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FILOSOFIA DELLA PERSONA: Coscienza, Identità e Relazione (parte 3)

di Francesco Angellotti (AG.RF 25.09.2023)

(riverflash) – Desiderio. Viene anticipata la determinatezza del Nihilismo, sconvolgente di tutte le teorie omologate, con l’
apporto del Teatro dell’Assurdo, che mostra quanto sia assurdo interpretare come sia assurdo l’Assurdo: e
basta leggere Kafka per convincersi, ma gli autori son tanti. Ciò anche in virtù che l’Uomo, che aspira al
massimo, ha dei limiti enormi; e questo lo porta al Trascendente, tendendo ad occultare il concetto di Io non Io,
ma dovendo ricorrere al Soprannaturale, a cui ci si è dovuti riferire dall’Era Neolitica. Come conclusione si è
trattata la Democrazia, teorico rimedio etico – politico contro il consumismo, ma di cui è stata messa in luce la
sua radicale allucinazione dai tempi di Socrate
Ma la giornata non poteva concludersi senza risolvere i dubbi sorti da quanto elaborato; ed allora è arrivato il
prof. Giacomo Petrarca, per porgere chiarezza sulla Realtà. Ha cominciato criticando Parmenide ed Eraclito,
sostenendo la concettualizzazione a-personale dell’Essere, affermando come da Socrate l’Uomo sia diventato
soggetto nel concetto di progresso; anche se sarebbe stato obbiettato da Nietzsche, che considerava la purezza
dei pre-socratici, i quali consideravano l’Essere come essenziale Realtà, e non nell’ effimero caso. Ha presentato
il romanzo autobiografico, facendo rilevare come raccontando se stessi si approda a considerazioni sul
Generale, seguendo il profilo che dall’alterità si può distinguere tra il sostanzialismo ed il personalismo; ed ha
citato il motto che “io mi riconosco nelle mie parole, ma già son altro”, rifacendosi al moto kafkiano secondo
l’impossibile, in quanto afferma che “l’intenzione mai si avvera” … altrimenti non è intenzione. Gli studi si son
conclusi con la recitazione del prof. Petrarca della poesia di Borges “La Felicità” … un po’ a modo suo
Ultimo round degli incontri ha avuto come esordio la prof.ssa Claudia Caneva, costretta ad un intervento On
Line da Roma, da dove non si è potuta muovere. Ci ha tenuto, però, a presentare il suo orientamento sulle
differenze culturali, facendo frutto delle esperienze svolte per elaborare un suo libro molto interessante. Ha
voluto specificare come fosse convenzionale la classificazione della Cultura, in quanto se viene prodotta in
Paesi sottosviluppati (economicamente suppongo), passa col nome “collezioni etniche”. Lo studio era radicato
sulla diversa impostazione sull’Individualità in Oriente, trattando dalla Cina all’India, Giappone, Africa e molto
ancora. Eppure la professoressa ha colto molte somiglianze sostanziali, tra processi di Fede verso i quali
portava una divinità come Brahama (esempio) ed il Cristianesimo; volgendo sincreticamente ad uniformare il
concetto di Bene, verso il quale ci si volge differentemente per diverse tendenze, bagaglio culturale, posti
d’origine. Il discorso non sarebbe così semplice, ma è una tendenza molto attuale. Però in oriente l’Uomo viene
individuato più come psike ( noi possiamo ricollegarci a Cartesio e Kant), e non come Persona, come noi
consideriamo. Le differenze sono nella forma, ma per esempio in India seguono la Theologia, ed in questo già
Tommaso d’Aquino integrava molto del divino quasi in una forma del brahamanesimo. In Cina, invece, ci si
volge maggiormente alla Benevolenza; e si può capire come siano stati irretiti da una politica materialista. Ma
in tutto ciò, cristianamente potrebbe essere corretto volgere verso una tensione universalistica, unendo l’
Anime
Spiritosa è stata la prof.ssa Annalisa Dorini che ha scelto il titolo del suo intervento di Baudelère “Destini
Personali”: “Chi sbroglierà questo garbuglio?” Quindi ha toccato i particolari sull’identità personale, fili della
memoria, intrecci con il mondo. Ma per inquadrare in modo ordinato si è iniziato con la recitazione di una
poesia di Pascal, autore molto adatto per l’occasione, secondo una linea precisa d’umanità; ma si è ricordato
anche un proverbio, sempre di Pascal: “chi è più differente da altro, più di se stessi?” Comunque viene
considerato superato il concetto di Look, che assimila l’Uomo unito per la Memoria, in una diversa continuità di
coscienza tra uomo e persona. Già in un trattato del 1700 secondo Jum si può considerare la memoria sia
espressione quotidiana di una fragilità del fascio di percezioni. Nell’ ‘8-‘900 si deflagra nella negatività in cui
l’individuo si frantuma tra Io ed Io Egemone; e da qui Pirandello ha messo in luce quanto sia dominante la
contraddizione, l’apparenza, l’ io-non io; l ’ironicità tragica non viene racconta come fu sua esperienza, ma
nasce da un travaglio interiore che gli ha mostrato come fosse incostante ogni forma in cui ci si convince di
voler essere. Invece Bergson crede sia opportuno entrare nel Tempo, per scoprire l’incostanza e l’inconsistenza
dei Valori immaginati come cardine. Ma questo per indicare che nel secolo scorso molto si è scoperto dell’esser
Uomo; e lo svolgimento di questa realtà è stato deleterio, potendo ritrovare la nostra situazione come
Omologata
Un bel finale sugli studi filosofici così realisti ed importanti, lo ha dato solo l’entusiasmo della prof.ssa Eva
Valeriani, che giunta in compagnia del marito e della figlia, ha lanciato le tematiche trattate con allegria: anche
se il tema non induceva molto alla risata: “Oltre il limite, fra dolore e rivolta,: l’umanesimo integrale di Camus”.
Per inquadrare il personaggio, non basta pensare al fatto che fosse integerrimo ai suoi principi, abbandonando
l’adesione al Partito Comunista essendo legato al raggiungimento della Libertà. Ma la Vita l’interpretava come
dolore, essendo la Consapevolezza un’assenza dalle Passioni. Vien citato a proposito Giacomo Leopardi, che
sognava “La Vita come sentimento dell’Esistenza”; ma Camus non cerca il Bello, in quanto afferma che la difesa
dal dolore vien rappresentata dal Non Sentire: sembra quindi d’afferrare che la visione non sia ottimistica. Ma
certo, un genio come Albert Camus non poteva scadere nell’alienazione. Allora trova luce nel morire, che vuol
dire rinascere, arrivando Oltre. Quindi, scavalcando il razionalismo, si abbraccia l’Assurdo, che porta alla
comprensione di quel che siamo … e che non siamo. In un momento storico in cui sovente la Politica induceva
alla Violenza (in vario modo), Lui non credeva di dover arrivare a tanto, in quanto era più realizzante entrare
nell’empatia del dolore, elevandosi un un’aurea di disperazione sorridente. Eppure interpreta la Rivolta come
una difesa verso il Valore che Preesiste, per cui appare essenziale andare oltre l’Idea in modo d’ entrare
nell’Altro Metafisico
Le riflessioni proposte in questo approfondimento avvenuto nella bct di Terni, bisognerebbe approfondirle,
come è stato lungamente illustrato dai professori, che già si scusavano di trattare le tematiche molto
sinteticamente. Per sapere, per capire chi siamo e dove andiamo; l’elasticità mentale non è superflua, ma
dovrebbe far parte del bagaglio d’ogni individuo, che deve vivere non perché obbligato, ma per scelta: come,
dove e perché. Alla fine delle giornate di studio, i Professori avrebbero potuto lasciare un resoconto di tutti gli
interventi, in modo di aver materiale per approfondire gli argomenti in cui ci si sente maggiormente coinvolti
Sarebbe un metodo per i ragazzi portati dalla scuola, per capire cosa è importante rispetto ad altro che per
tendenza di moda vien strumentalizzato: tipo passare messaggi o fare i giochini col cellulare durante le
spiegazioni. Ma erano troppo impegnati, adesso hanno scoperto gli strumenti per fare quel che si vuole,
spingendo solo un bottone.

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