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FIMMG ROMA, RECOVERY FUND, BARTOLETTI: “COVID 19 CAMBIA (IN PEGGIO) LA SANITA’

AG.RF.(redazione).25.05.2021

RECOVERY FUND : Bartoletti (Fimmg) Covid19 cambia (in peggio) la Sanità., minestre riscaldate, luoghi comuni ed assenza di una strategia alla base del progetto di riforma.

“riverflash” – “Si va delineando, di nascosto, il requiem per il servizio sanitario pubblico italiano.” Così Pier Luigi Bartoletti vice segretario vicario nazionale della Fimmg “Leggendo l’approfondimento di Milena Gabbanelli sul Corsera di oggi, già dall’incipit, si capisce l’andazzo: ”nelle settimane piu’ difficili, un contagiato su tre, impaurito ed abbandonato a casa, è andato ad intasare i Pronto Soccorso”, dove dovrebbero arrivare solo i pazienti che richiedono una valutazione clinica complessa ed ad occupare posti letto anche se avrebbe potuto essere curato a domicilio”. Niente di piu’ falso. Se parliamo della prima ondata, 2020, il collasso del sistema è avvenuto nel Centro Nord, in una Regione, la Lombardia, che aveva smontato la rete territoriale, contando sugli Ospedali, in un’altra, l’Emilia Romagna, che aveva le mirabolanti Case della ex Salute, ora di Comunità, nel Veneto, dove, invece si è mantenuto un livello organizzativo piu’ alto, la situazione, sia pur grave non era drammatica. Nel resto del Paese, nel 2020, fino ad Ottobre, la situazione era preoccupante ma non drammatica. Da Ottobre, con l’epidemia nelle case, ha retto chi meglio si era organizzato, il Lazio, per esempio. Ma, c’e’ da dire che tutto il mondo è stato messo in ginocchio dal Covid19, anche i paesi piu’ avanzati hanno avuto grandi problemi.
Perché dico “di nascosto”, perché l’anteprima del mirabolante piano è stato declinata in una riunione riservata a porte chiuse al san Matteo di Pavia, una cosa per iniziati. Una riforma di sistema dovrebbe essere discussa preventivamente con tutti, perché riguarda tutti, non i soliti noti, la maggior parte dei quali quando assistevamo allo smantellamento del sistema erano ai posti di comando. Come oggi, dove si ripropongono, dopo averlo sfasciato, a salvatori della patria. La prima presa per i fondelli è che si spaccia per capillarità una “Casa”, un palazzo, ogni 20.000 abitanti.” Continua Bartoletti “ Decide il Governo quante, la Regione dove. Alla faccia della capillarità. Altro esempio di capillarità l’Ospedale di Comunità. Roba vecchia. Poi, sempre parlando di capillarità le Cot, Centrali Operative Territoriali, tecnostrutture ogni 100.000 abitanti. Notare i numeri da “capillarità”. Poi le vittime sacrificali, i medici di famiglia, con lo studio nelle “case”. Sempre ogni 20.000 cittadini. Il tema vero secondo la Gabbanelli, e penso gli “iniziati” estensori del mirabolante piano che i medici di famiglia sono liberi professionisti che lavorano 15 ore a settimana, al massimo. Per carità niente di nuovo, una minestra riscaldata, d’altronde che ci si poteva aspettare da quelli che per anni hanno picconato il sistema pubblico. A leggere lo schema pubblicato, al di là delle panzane, emerge un sistema ancora piu’ frammentato, in cima il centralino, poi una serie di palazzi, un “domicilio”, la parola medico non c’e’. Insomma, si parla col centralino. Il centralino smista ai palazzi, nei palazzi ci sono operatori sanitari. Se ti va bene vai previo appuntamento alla Casa di Comunità, se no ti mandano a casa qualcuno col camice, che ti puo’ mandare in altri palazzi. In sintesi, il termine “medico” è stato sostituito con “casa”, la “famiglia” con “comunità”. E chi vuole invece avere il suo medico che lo segue? Lo pagherà evidentemente. In sintesi la privatizzaz ione neanche troppo mascherata. Chi puo’ scegliere il medico lo farà di tasca sua, “out of pocket”, chi invece non puo’ “va alla Casa o ce lo mandano alla Casa”. Sbalorditivo. Vengono cassati temi come la “famiglia”, l’Umanizzazione delle cure”, piu’ che la medicina personalizzata si persegue la “sanità massificata”. I dati Ocse hanno sempre evidenziato come il nostro sistema sanitario pubblico, sia pur sottofinanziato, ha conseguito risultati eccellenti in termini di aspettativa di vita ed efficienza. Certo è migliorabile, ma il sistema a lista, di libera scelta dei cittadini, la possibilità di trovare vicino casa direttamente un medico e non un portiere di un palazzo ha fatto la differenza. Il Covid19 ha sicuramente evidenziato le carenze di un sistema pubblico, ma anziché trarre insegnamento e modificare cio’ che non ha funzionato, è stata la scusa per riproporre uno schema vecchio, che sicuramente consentirà l’assunzione di migliaia di persone, ma che dubito, vista la logica vecchia alla base del progetto, consentirà di avere un sistema sanitario pubblico equo, accessibile, efficiente ed organizzato a misura di persona. Va reso chiaro e certo l’accesso al primo livello di cure, certo, la medicina generale deve essere messa nelle condizioni di interagire con rete dei servizi e con gli Ospedali, va accorciata la filiera, vanno rese disponibili indagini di primo livello, deve essere valorizzato, quindi rendicontata l’efficienza della prima rete di intervento. E’ un problema organizzativo, che non si risolve con i soldi, ma con i cervelli,”conclude il vice segretario Bartoletti “ con gente capace di formulare proposte da sistema sanitario e non da “palazzinari” della salute. Prima di varare di nascosto riforme di tale portata, che coinvolgono tutti, forse sarebbe il caso di ascoltare idee nuove, valutare i nuovi modelli che l’epidemia ha reso possibili, che hanno funzionato, invece che fare riforme consociative che accontentano tutti gli appetiti, sia pubblici che privati. Riforme sanitarie, dove invece dei palazzi si mettono le persone, il loro quotidiano, i loro problemi e non si propone un centralino come unico interlocutore. “

Fimmg : Dipartimento Comunicazione ed editoria Sez. di Roma
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Responsabile: Giampiero Pirro:gi.pirro@tiscali.it
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