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“FAUSTO E GLI SCIACALLI” AL TEATRO GHIONE

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di Valter Chiappa

(AG. R.F. 08/05/2016)

(riverflash)      Torna al Teatro Ghione, dove sarà in cartellone fino al 15 Maggio, la commedia “Fausto e gli Sciacalli”, dopo il successo ottenuto nelle precedenti stagioni al Teatro Vittoria e alla Sala Umberto. E torna l’affiatato trio costituito da Paolo Triestino e Nicola Pistoia (registi e protagonisti) con l’autore Gianni Clementi; collaborazione che ha prodotto numerosi, fortunati spettacoli, compreso quel “Ben Hur”, che arrivò a meritare una felice trasposizione cinematografica.

“Fausto e gli Sciacalli” è un testo esilarante, condito dagli ingredienti che Clementi maneggia con sapienza: la dirompente forza comica del dialetto accompagnata dal retrogusto di una sottile amarezza, la passione per le ambientazioni popolari, il sasso di un elemento nuovo che giunge ad agitare una situazione stagnante.

Quartiere Casilino. Fausto (Paolo Triestino) è un ambulante che si arrabatta quotidianamente per vendere oggetti improbabili, fra cui un miracoloso pela-verdure; vive con la moglie Ottavia (Elisabetta De Vito), casalinga intristita ed il figlio Elvis (Ariele Vincenti), che invece trova sfogo nella ribellione al padre e nella musica rap. Sandro (Ciro Scalera), il vicino napoletano, è un vigile urbano afflitto da una depressione cronica, cui si contrappone la sanguigna esuberanza della moglie Angela (Loredana Piedimonte), esasperata dal calo di desiderio del marito. Entrambi vivono il peso della nostalgia per un passato dorato, quando, negli anni ’80, formavano “Gli Sciacalli”, gruppo che aveva goduto dell’effimero successo di un solo brano, “Annalisa”. Ricordo che grava come un macigno, al confronto con il piattume di un’esistenza che si trascina grama e priva di soddisfazioni. Ma un giorno Elmore (Nicola Pistoia), l’eccentrico batterista fuggito al tempo con i diritti d’autore della loro hit, irrompe nella loro vita con un progetto folle: riunire la band. Elmore, con i racconti di una vita avventurosa e di spiagge tropicali, conquista tutti: dopo l’iniziale diffidenza, la luce si riaccende negli occhi e nella vita dei protagonisti, le signore non restano insensibili al suo fascino eccentrico, persino il ribelle Elvis si piega al suo carisma. E “Gli Sciacalli”, imparruccati e vestiti di paillettes, tornano ad eseguire “Annalisa”. Come andrà a finire lo lasciamo scoprire agli spettatori.

Preparata la miscela esplosiva, innescata la miccia, tocca agli attori accenderla. E in “Fausto e gli Sciacalli” lo fanno puntualmente, complice un testo che consente loro di dilagare a piacimento. Così, se Paolo Triestino e Nicola Pistoia sono gli ovvii mattatori, l’uno che padroneggia la irridente vis comica della battuta in romanesco, l’altro che gioca funambolicamente con un’esotica parlata alla Shel Shapiro, un importante ruolo da contraltare viene affidato agli altri protagonisti. Questa volta difatti Clementi raddoppia la sua potenza di fuoco, contrapponendo le capacità espressive del dialetto romanesco a quelle infinite del napoletano. E così Ciro Scalera è assolutamente esilarante nell’esasperare allo spasimo la congenita stanchezza e la patologica depressione del suo personaggio, mentre Loredana Piedimonte attinge a piene mani dal repertorio della commedia scarpettiana, unendo alla vulcanica esuberanza il dono di una fisicità procace. Ad impreziosire il cast la presenza di Elisabetta De Vito, recentemente candidata ai David di Donatello per l’intensa interpretazione resa in “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, che tratteggia efficacemente la rassegnazione senza speranza della sua casalinga, fornendo la nota agra desiderata dall’autore per bilanciare la strabordante esuberanza comica degli altri personaggi.

Da citare infine gli autori di “Annalisa”, la canzone attorno a cui si impernia la vicenda: nientemeno che Stefano D’Orazio e  Roby Facchinetti dei Pooh.

Una ricetta stracollaudata, ma che inevitabilmente funziona, quella di Gianni Clementi, Paolo Triestino e Nicola Pistoia: al Teatro Ghione si ride ininterrottamente. Ma ci si lascia prendere anche da un filo di nostalgia. Sì, negli Anni ’80 forse non c’erano solo gli “Alunni del Sole” e “Kim & the Cadillacs”; c’erano sicuramente anche gli “Sciacalli” ed Annalisa l’abbiamo ascoltata senz’altro da qualche juke-box, quando la vita era fatta di sogni ed in testa avevamo tanti capelli.

 

 

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