Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

FALLITO IL REFERENDUM SULLE TRIVELLE: IL QUORUM NON E’ STATO RAGGIUNTO

223245358-072f9d8f-8630-4d51-9caf-454e68efbf8f

AG.RF.(MP).18.04.2016

 “riverflash” – Non è stato raggiunto il quorum sulle trivelle: i si sono stati l’80% ma a votare sono andati solo il 32,1% degli elettori (dato parziale) e quindi la consultazione non è valida e quindi l’attività di estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento, per le concessioni già attive. Immediato il commento di Matteo Renzi che ha sottolineato come il governo non venga annoverato tra i vincitori,  perché “i vincitori sono gli ingegneri e gli operai, lavoratori delle piattaforme, ma ho massimo rispetto per tutti coloro che sono andati a votare: chi vota non perde mai”. E non è mancato l’attacco ai promotori del referendum. “ci sono gli sconfitti, che hanno un nome e un cognome e sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno. È la dimostrazione che la demogogia non paga”. Il governatore della Puglia Michele Emiliano, uno dei principali promotori del fronte del Sì, ha promesso che il movimento continuerà a battersi contro le trivelle ed ha replicato a Renzi affermando che il voto è stato in ogni caso un “un successo”, visto che a votare sono andati 14 mln di persone: “Sono “gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa, il governo dovrà tenere conto di questo”. Anche il Movimento 5Stelle ha sottolineato l’aspetto positivo dei milioni di elettori che hanno votato: “Grazie agli oltre 15 milioni di cittadini che hanno detto SI alla democrazia ed un futuro con mari puliti, energie rinnovabili, efficienza energetica e turismo sostenibile! Sono tantissimi e hanno combattuto una battaglia da eroi della democrazia”. Già alle 19 di ieri sera, era chiaro come fosse difficile raggiungere il quorum e a quell’ora aveva partecipato solo il 23,48% degli elettori. Alle 12 era a quota 8,3%, una percentuale che aveva fatto sperare il fronte per il Sì che si potesse raggiungere quel 50% più uno di elettori necessari per rendere valido il voto.  Ma su cosa si votava? Gli elettori erano chiamati a dire se vogliono che “nel momento in cui scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio. Si è trattato di un referendum abrogativo: in caso di vittoria del Sì (ovvero Sì alla cancellazione di una parte della legge che le proroga “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”) le concessioni per gli impianti di estrazione di gas e petrolio entro dodici miglia dalla costa non sarebbero state rinnovate. Con il fallimento del referendum (che equivale a una vittoria del No) la norma rimane in vigore così com’è, ovvero l’attività di estrazione potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento.

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*