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EURO O LIRA?

(riverflash) – Con questa crisi economica, qualcuno comincia a chiedersi se non valga la pena tornare alla nostra vecchia Lira. Dopo tutto, l’entrata nell’Euro è stata dettata da motivi ideologici ed utopistici e sta portando al massacro la nostra economia. L’Euro, com moneta, non è garantita da nessun stato sovrano(cosa mai successa nella storia). Già, l’Europa non è uno stato ma un’unione, neppure paragonabile a quella degli Stati Uniti d’America, per cui la legge la detta lo stato più forte, ossia la Germania. A questo punto, perché sottostare alla Germania se i nostri interessi cozzano coi suoi? Perché continuare a lavarsi la bocca con la parola Europa e non avere un po’ di senso pratico? Quando nel passato l’Italia entrava in crisi economica, si svalutava la lira e l’economia riprendeva a tirare poiché le imprese tornavano ad essere competitive sui mercati internazionali e nel paese veniva immessa nuova moneta a pioggia che faceva tornare a crescere i consumi interni e dava respiro alle famiglie. Ma che voleva dire svalutare la Lira? Voleva semplicemente dire che veniva stampata nuova valuta che diluiva il valore di quella già in circolazione (come aggiungere acqua al vino..). Mi si dirà che questo genera inflazione: è vero, ma a questo punto bisogna chiedersi se è più dannosa l’inflazione o la mancanza di denaro! In pratica, poiché non si può fare il bene, si deve scegliere il male minore. E qual è questo male minore? Qui dovrebbero entrare in scena gli economisti e fare le analisi del caso. Purtroppo però l’economia non è una scienza esatta, ma basata sulla statistica, ossia sui dati del passato e, guarda caso, non esistono dati su una simile evenienza. L’esperienza qui non ci aiuta, si deve fare un salto quantico ed essere creativi, cosa che gli economisti non sanno assolutamente fare per via della loro preparazione accademica, basata solo sullo studio dei fatti del passato. L’unica soluzione sarebbe quella di provarci e vedere l’effetto che fa …. Penso quindi che un referendum in proposito non sarebbe poi così male: “Vox populi, vox dei” (la voce del popolo è la voce di Dio, dicevano i Romani), per cui, dopo aver fatto scegliere al popolo, nessuno potrebbe più lamentarsi coi politici che hanno scelto per noi.

AG.RF. (CP) 09.03.2013

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