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EQUITALIA, I BRIGANTI DELL’AUTOVELOX, I SINDACI E IL PIGNORAMENTO DELLA PENSIONE

(riverflash) – Subito dopo l’unità d’Italia le regioni centro-meridionali erano infestate di briganti che tendevano il loro agguato ai malcapitati passanti, depredandoli dai loro averi. I briganti giustificavano le loro azioni delinquenziali con il grande bisogno di denaro per sopravvivere. Dopo un secolo e mezzo le strade italiane, sia quelle del nord che quelle del sud, si sono riempite di autovelox tarati a 50 km orari su strade di scorrimento. I malcapitati si vedevano notificare multe superiori a 200 euro e venivano privati di punti sulla patente. I sindaci dei comuni che hanno fatto ricorso all’autovelox ammettevano: “Non abbiamo una lira in cassa, i soldi servono per tirare avanti e onorare le spese comunali”. Proprio la stessa giustificazione dei briganti.

La gente non vuole Equitalia, viene deciso di chiuderla il 1 luglio e dal 20 maggio veniva sospeso l’invio delle cartelle di recupero crediti. Attimi di gioia per le vittime dell’autovelox. Qualcuno ha pensato: finalmente i briganti hanno le spalle al muro!

Gioia di breve durata, insorge l’ANCI, Associazione Comuni Italiani, presieduta da sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo: “Impossibile, abbiamo già messo a bilancio le multe, si creerebbe un buco tra gli 11 e i 13 miliardi”. Roba da pazzi. I sindaci, invece di sperare nella condotta irreprensibile al volante dei loro cittadini, mettono a bilancio le multe per far quadrare i conti. Inoltre si oppongono strenuamente alla cancellazione dell’IMU chiesta dal PdL. I briganti, stavolta, si tolgono dalla posizione spalle al muro. A Equitalia viene concessa una proroga per riscuotere multe fino a dicembre 2013.

A questo punto viene da chiedersi: ma quanto costano i Comuni? Tanto? Troppo? Servono posti per il voto di scambio?

Ieri dei costi elevati dei Comuni e della resurrezione di Equitalia ne ha fatto le spese un pensionato di Voghera, come segnala «La Provincia Pavese»: “Quando si è recato in posta a Voghera per ritirare la pensione gli hanno risposto che non poteva prelevare neppure un centesimo: tutto pignorato da Equitalia. È cominciato così il dramma di G.S., 74enne ex commerciante vogherese. L’uomo, disperato e ridotto in pratica alla fame, si è subito rivolto a un legale. “Abbiamo già presentato ricorso in tribunale, la prima udienza è fissata per il 5 luglio” spiega l’avvocato. L’ex commerciante tirava avanti con 600 euro di pensione minima, somma appena sufficiente per pagare l’affitto di casa, le bollette e comprare di che sfamarsi. Una vita di privazioni, al limite della sussistenza, ma almeno dignitosa. Ora però G.S. non può più contare nemmeno su quei pochi soldi. Tutta colpa di qualche tassa non pagata nel corso della sua attività professionale, arretrati che con il passare degli anni si sono accumulati fino a raggiungere quota 40mila euro. L’esattore ha tirato le somme e il denaro è andato a cercarlo nel solo posto dove poteva trovarlo, cioè sul conto corrente di G.S., tremila euro di sudati risparmi, unica fonte di entrata la pensione mensile. In attesa dell’esito della causa, l’ex commerciante tira avanti in qualche modo con l’aiuto delle sorelle.”

Voghera è vicina a Pavia, città amministrata dal sindaco Cattaneo, quello che ha riesumato Equitalia con il grido di dolore dell’ANCI.

AG.RF  25.06.2013

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