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ELEZIONI CIPRO NORD – IPOTESI DI SCENARI FUTURI

AG.RF  30.09.2013

(riverflash) – Sono passati due mesi dalle elezioni anticipate della Repubblica Turca di Cipro Nord, che hanno visto trionfare il Partito Repubblicano Turco – Forza Unita – guidato da Ozkan Yorgancioglu.

La scarsa affluenza alle urne ha portato l’opinione pubblica a porsi diversi interrogativi sulle possibili affinità tra la situazione politica attuale e quella tesissima del 1991.

Un tuffo non troppo piacevole nel passato. Nel 1991, infatti, la scarsa partecipazione al voto fu naturale conseguenza delle polemiche sul ruolo di Ankara nelle elezioni dell’anno prima. L’opposizione riteneva che le interferenze turche avessero fortemente condizionato il voto a Cipro Nord. Il clima teso che si creò, indusse i dodici parlamentari a dimettersi istigando una nuova consultazione; in quell’occasione due fra i maggiori partiti – CTP e TKP – optarono per il boicottaggio.

In questa occasione, però, si vuole essere positivi e pensare che l’astensionismo non sia sintomo di scarso interesse o frutto di rabbia e disillusione nei confronti della classe politica, bensì di una semplice lontananza fisica dei cittadini turco-ciprioti dall’isola.

Se così non fosse, saremmo nuovamente di fronte al disincanto della popolazione rispetto alla crisi di Cipro-Nord, grave si, anche se non come quella della controparte grego-cipiota. Un malessere a cui il nuovo governo deve in un modo o nell’altro fare fronte. Si parla di razionalizzazione del settore pubblico, privatizzazione di alcuni organismi semi-statali ed in generale di un ridimensionamento del supporto economico verso Cipro Nord.

La popolazione turco-cipriota, forse stanca di una “vecchia politica”, ha preferito dare fiducia a candidati alle prime esperienze politiche rinnovando significativamente la composizione parlamentare.

È chiaro che uno svecchiamento della cariche potrebbe portare a cambiamenti su più fronti, come ad esempio, il rapporto fra Cipro Nord e la Turchia e la ripresa dei negoziati con i greco-ciprioti.

Anche da questo punto di vista la coesistenza fra il presidente del UBP Derviş Eroğlu e il CTP – nuovo partito di maggioranza – potrebbe risultare non proprio agevole. Le posizioni di Eroğlu, sulla questione cipriota, sono notoriamente poco inclini al compromesso, contrariamente al CTP che per anni ha suggerito un dialogo con i greco-ciprioti, sostenendo nel 2004 il Piano Annan nel referendum per la riunificazione dell’isola.

Referendum e compromesso che avvennero in un momento cruciale della storia dell’isola, permettendo così l’ingresso nell’Unione Europea. Le attuali condizioni economiche sono difficilmente sostenibili da entrambe le parti dell’isola e quindi un nuovo tipo di approccio – anche e soprattutto – politico di minoranze “illuminate” potrebbe portare ad una definitiva (ri)apertura al compromesso, o in caso contrario ad una totale chiusura dei negoziati.

La popolazione “astensionista” potrebbe allora aver lanciato un imput alle forze governanti, spianando la strada al dialogo e al negoziato previsto per il prossimo mese di ottobre.

 

Ozkan Yorganciogluozkan-yorgancioglu-cipro

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