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EGITTO, 25 AGENTI GIUSTIZIATI NEL NORD DEL SINAI. MUBARAK SCARCERATO, RESTA AI DOMICILIARI

AG RF FT 19.08.2013Mideast Egypt Israel

IL CAIRO (RIVER FLASH) – Venticinque agenti, secondo quanto confermato dall’emittente ‘al-Arabiya’ e la ‘Bbc’, sono stati uccisi in un attacco contro un convoglio militare a Rafah, nel nord del Sinai vicino al confine con la Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche e di sicurezza.

Inizialmente si pensava che alcuni militanti avessero attaccato due mini-bus con razzi Rpg e granate. Da una nuova ricostruzione fornita poi dalle fonti ufficiali della sicurezza egiziana e confermata dalla televisione di Stato, è emerso invece che si sia trattato di una vera e propria esecuzione: i militanti hanno costretto i due veicoli a fermarsi, poi hanno ordinato ai poliziotti di scendere e distendersi a terra. Infine hanno sparato sugli agenti uccidendoli. I poliziotti erano in abiti civili. Oltre le 25 vittime ci sono anche due feriti.

Proprio mentre oggi cadono le accuse a carico di Hosni Mubarak, l’ex presidente egiziano deposto nel 2011 che viene quindi scarcerato seppur restando ai domiciliari, l’Alleanza delle formazioni pro-Morsi dominata dai Fratelli musulmani, ha indetto nuove manifestazioni al Cairo, nei quartieri di Heliopolis, sede del palazzo presidenziale, di Giza, di Maadi, di Imbaba. Cortei anche a Helwan e Zeitun.

Nel frattempo la Casa Bianca sta considerando di intervenire, “se la situazione lo renderà necessario”, ha detto la portavoce del National Security Council, Caitlyn Hayden. Sostegno alle misure attuate dal governo egiziano contro i sostenitori di Morsi, è arrivato anche dal primo ministro iracheno, lo sciita Nuri al-Maliki. “L’Egitto è vittima di una cospirazione che è contraria alla volontà popolare”, ha affermato al-Maliki in una nota, in cui si esprime “preoccupazione” per gli scontri.

“Noi sosteniamo con fermezza il governo egiziano nel voler imporre il rispetto della legge, la pace e la sicurezza a livello nazionale, ma lo invitiamo ad esercitare la massima moderazione”, ha aggiunto al-Maliki. Il premier iracheno ha quindi fatto appello a tutti gli egiziani affinché “rinuncino alla violenza” e accettino di avviare “un dialogo” per una soluzione della crisi.

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