AG.RF.(redazione).18.11.2014
“riverflash” – In Italia non c’era posto per lui (ha dovuto aspettare 3 anni per avere una risposta dall’ospedale di Ancona) e così Simone Speggiorin, 37 anni, ha deciso di trasferirsi nel Regno Unito, dove è stato accolto a braccia aperte e dove ha già operato, in quattro anni, 500 bambini con gravi malformazioni al cuore. La sua storia, è stata racconta dal Sole 24 Ore. Il chirurgo italiano, è attualmente il più giovane cardiochirurgo del Regno Unito e lavora presso il Glenfield Hospital di Leicester, a 140 chilometri da Londra, ed è regolarmente strutturato ed ha quindi una sua equipe e una sala operatoria. Tutti i giorni opera bambini che hanno problemi al cuore o malformazioni alla trachea e tre o quattro volte l’anno, prende alcuni giorni di ferie, per andare a fare la stessa cosa in India. “In Italia non c’era spazio”, ha dichiarato Speggiorin e così dopo aver riflettuto a lungo, ho pensato che la soluzione migliore, sarebbe stata quella di ‘tentare’ altrove. Mi è andata bene, ma non sono un eroe”. Alla luce di questo episodio, che è uno dei tanti “i miei compagni di università sono tutti all’estero”, ci meravigliamo ancora del perché i giovani fuggano dall’Italia per trovare lavoro: “questo non è un paese per giovani”, ha ribadito il giovane chirurgo e sicuramente ha ragione: in Italia la meritocrazia non esiste, probabilmente non è mai esistita e quindi, per trovare una gratificazione lavorativa, dopo essersi laureati magari a pieni voti, l’unica strada rimane quella della “fuga”, da un Paese meraviglioso dal punto di vista ambientale e artistico, ma totalmente inefficiente e incapace di valorizzare i giovani…..con una “politica” discutibile, che non permette loro di trovare spazi lavorativi adeguati al livello professionale raggiunto, tanto che… chi ha la possibilità, se ne va da qui….. e chi non puo’, rimane a combattere contro l’arretratezza mentale le “distorsioni” dell’Italia, un Paese dove per avere una risposta ci vogliono gli anni e dove non c’è posto per chi ha voglia e meriti per lavorare……e poi ci lamentiamo della fuga “dei cervelli…….
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