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DUE GIORNI AL VOTO SULLA DECADENZA: BERLUSCONI PUNTA SULLA REVISIONE DEL PROCESSO

AG.RF.(MP).26.11.2013

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“riverflash” – Le sta tentando tutte Silvio Berlusconi per ritardare il voto sulla sua decadenza da senatore; si voterà il giorno 27 e appare fin tropo evidente come andrà a finire: nessuno (a parte i suoi fedelissimi) sembra essere favorevole ad una sua eventuale “salvezza”, a cominciare dal capo dello Stato che non ha minimamente preso in considerazione l’ipotesi di un’eventuale “grazia” che, secondo il cavaliere, avrebbe dovuto essere concessa senza essere chiesta. L’ex premier dunque sembra ormai un combattente (piuttosto isolato in verità) che non vuole arrendersi alla condanna definitiva ottenuta in merito alla vicenda Mediaset e ieri a sorpresa, ha annunciato che presenterà 7 nuove testimonianze, chiedendo quindi una revisione del processo alla Corte d’Appello di Brescia. I documenti che verranno presentati, alcuni provenienti dagli Stati Uniti “sono di una tale gravità che i giudici saranno costretti a riaprire il processo”. Egli dunque proprio non ci sta e giudica il voto di mercoledì prossimo “una cosa che calpesta la Costituzione e non tiene conto del regolamento del Senato: la procedura è stata anche accelerata senza tener conto dell’obbligo di passare alla Corte Ue quando ci sono contrasti tra norme. Sono stati violati i principi giuridici della non retroattività ed è stato calpestato l’art. 25 della Costituzione”. Ma il Pd e il Movimento 5stelle ai quali il cavaliere si è “appellato” con una lettera (“noi siamo avversari politici ma non deve mai venir meno il rispetto reciproco”) non sembrano preoccuparsi troppo dell’arrivo di questi nuovi documenti che lo scagionerebbero e ribadiscono la loro volontà di far sì che venga applicata la “giusta” legge per un condannato in via definitiva. La sensazione è che ci siano ormai poche chances per Silvio Berlusconi di poter continuare il suo percorso politico; a chi gli chiedeva della possibilità di ottenere un passaporto “diplomatico”, ha risposto di non essere intenzionato a lasciare l’Italia “un Paese che amo troppo….” E allora? Probabilmente in questi giorni assisteremo alla conclusione della storia politica di un leader che dal 1994, nel bene o nel male è stato il principale interprete della storia politica italiana….


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