8 Ott 2013
DOMANDE E RISPOSTE SUGLI F-35…. PER CAPIRCI DI PIU’
AG.RF.(a cura di Armando Armando). 08.10.2013
“riverflash” – Ecco alcune domande e notizie sull’argomento che forse potranno chiarirci le idee…
1. Limitazione della Sovranità Nazionale
Il sistema dʼarma F-35 rimarrà in servizio in Italia allʼincirca fino al 2050.
Per poter essere impiegato operativamente avrà sempre bisogno di dati, informazioni e sitemi
di supporto che sono e rimarranno sotto lʼesclusivo controllo del Governo degli Stati Uniti.
D: Siamo consapevoli che il Governo degli Stati Uniti potrà unilateralmente decidere in
qualunque momento di impedirci lʼuso di quelle macchine nei casi in cui non condivida lʼimpiego che il Governo Italiano intende farne?
2. Scenario
Eʻ indiscussa la superiorità dellʼF-35 per portare a termine missioni di “penetrazione profonda”
con il rilascio di ordigni nucleari, ordigni di cui lʼItalia non può (né -si spera- vuole) disporre in
quanto quelli affidati alle nostre Forze Armate sono di proprietà degli USA e sarebbero usati
solo in situazioni estreme e per esplicita direttiva statunitense.
Per tutte le altre missioni di attacco al suolo, negli scenari ragionevolmente prevedibili,
potrebbe rivelarsi molto più cost-effective lʼuso di “drones”, o di velivoli pilotati più convenzionali
ma con maggiore capacità di carico.
D: Quali studi di scenario e di analisi operativa sono stati condotti per concludere che gli F-35 sono la scelta più costo-efficace?
(non ci si trinceri dietro il segreto di Stato, sarebbe ridicolo)
3. Invisibilità
Non si sa se gli F-35 italiani saranno altrettanto invisibili ai radar quanto quelli americani, ed
inoltre è probabile che nel giro di dieci-quindici anni la tecnologia dei radar antiaerei permetta di
individuarli comunque. Ma anche ammettendo che questa “invisibilità” faccia gioco fino al 2050
bisogna capire che essa esiste solo quando il velivolo non porta carichi esterni, e nelle baie
interne può portare veramente poco armamento, e quindi sarebbe pagante -come si è già
detto- se portasse delle bombe atomiche, mentre in quasi tutti gli interventi con armamento
convenzionale dovrebbe installare piloni esterni perdendo del tutto la caratteristica “stealth” e
diventando di fatto equivalente ad un Eurofighter.
D: Siamo sicuri che valga la pena sprecare denaro e potenziale industriale nazionale per una caratteristica operativa così aleatoria?
4. Drones
Le moderne tecnologie aeronautiche permetteranno di sviluppare nei prossimi anni velivoli
senza pilota a bordo, che a parità di capacità di carico e raggio dʼazione potrebbero (senza
calcolare il costo ed il rischio dellʼequipaggio) avere costi nemmeno lontanamente confrontabili
con quelli di un velivolo pilotato, essere molto più “invisibili” e svolgere la maggior parte delle
missioni di attacco al suolo. Questi sistemi inoltre possono svolgere quel tanto sbandierato
ruolo “duale” (applicazioni civili e militari) che è alquanto difficile riconoscere agli F-35.
Il programma ETAP (European Technology Acquisition Program) potrebbe ad esempio
consentire allʼindustria italiana di ricoprire nelle attività di ricerca e sviluppo di questi sistemi un
ruolo paritario e non essere mortificata ad assemblare pezzi secondo direttive straniere come
avverrà nel programma JSF.
D: Perchè invece di impegnarsi in un programma che sicuramente assorbirà tutte le disponibilità finanziarie della Difesa per molti anni a venire non indirizzare le risorse a sostegno dello sviluppo di questo nuovo tipo di sistemi da parte dellʼindustria nazionale ed europea?
5. Industria
Nel dopoguerra lʼItalia ha percorso un faticoso cammino di sviluppo delle capacità progettuali e
tecnologiche dellʼ industria aeronautica e degli istituti di ricerca grazie al quale si è conquistata
un ruolo che a partire dagli anni ʼ70 le ha consentito, impegnando insieme ai paesi europei
partners dei programmi Tornado ed Eurofighter importanti risorse intellettuali ed economiche, di
raggiungere capacità in campo aeronautico allʼaltezza di quelle degli Americani. LʼEurofighter, il
suo motore, la sua avionica, i suoi sistemi, ne sono la più recente dimostrazione.
Il programma JSF vanificherà tutto questo contribuendo a ricreare nel corso dei prossimi
ventʼanni quel gap tecnologico che si era riusciti (quasi) ad annullare.
D: Perchè si è deciso di buttare a mare quel patrimonio faticosamente accumulato tornando a costruire aerei “su licenza” come negli anni ʻ60?
6. Supporto Logistico
A partire dalla consegna del primo velivolo e per tutta la vita operativa del sistema dʼarma è
necessario un flusso continuo di approvvigionamento di costose parti di ricambio, un continuo
supporto industriale tecnico-manutentivo, oltre ad un prevedibile stillicidio di introduzione
modifiche (si pensi solo alla continua evoluzione del software di bordo e dei sistemi di terra).
Se si fosse optato per un utilizzo dellʼEurofighter anche per lʼattacco al suolo incrementando
lʼattuale flotta di una cinquantina di unità il costo del supporto logistico sarebbe aumentato in
maniera meno che proporzionale rispetto allʼaumentato numero di velivoli, mentre per il
programma F-35 occorrerà creare una linea di supporto del tutto nuova con costi che rischiano
di essere esorbitanti.
D: Eʻ stato stimato il costo del supporto logistico? Con quali ipotesi? A quanto
ammonta?
7. Training
Per lʼaddestramento dei piloti e degli specialisti di manutenzione sono necessari costosi sistemi
di addestramento come simulatori di volo, di scenario e di manutenzione a diversi livelli di
sofisticazione. Non è inoltre chiaro se per lʼaddestramento dei piloti sarà necessaria una
versione biposto del velivolo.
D: LʼItalia intende dotarsi di questi costosi strumenti di addestramento o sceglierà di addestrare il proprio personale allʼestero presso forze armate partners? In ogni caso questi costi sono stati valutati e messi a bilancio?
8. Manutenzione Internazionale
Si è ventilata la possibilità di realizzare a Cameri (Novara) un centro di manutenzione per gli
F-35 non solo italiani ma anche di altre Nazioni dellʼarea euromediterranea come UK, Olanda,
Danimarca, Norvegia,Turchia, Israele. Questo potrebbe effettivamente essere un piccolo
business allʼinterno di un programma per il resto economicamente disastroso. Peccato che
molti di quei Paesi potrebbero nutrire la stessa aspirazione e rivelarsi temibili concorrenti.
D: Quali concrete adesioni si sono finora avute alla proposta italiana di realizzare il centro di manutenzione internazionale in Italia?
9. Germania
La Germania, che pure ha a livello politico internazionale ben altra credibilità e peso della
nostra malridotta Italia, e che dovrebbe, in un quadro europeo, avere politiche di difesa
analoghe a quelle italiane, sostituirà i suoi Tornado da attacco al suolo con i velivoli Eurofighter
in versione aria/terra.
D: Quali valutazioni politiche, industriali, strategiche ed economiche hanno portato questi due Paesi a scelte così radicalmente diverse?
10.Europa
A parte la Gran Bretagna, che ha con gli stati Uniti un rapporto particolare e privilegiato,
nessuno degli altri paesi Europei che possiedono serie industrie aerospaziali (Germania,
Francia, Spagna, Svezia) intende dotarsi del sistema F-35, contando esclusivamente sulle
proprie risorse nazionali o sulla continuazione o istituzione di partenariati Europei.
D: La decisione italiana di passare a rimorchio degli Stati Uniti è stata veramente presa nellʼinteresse dellʼItalia? O di chi?
11. Indagine parlamentare
A Dicembre prossimo si terrà un vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione Europea, che
dovrà decidere come allargare il processo di integrazione sul piano militare indicando -si speradelle
proposte per armonizzare i sistemi di difesa dei paesi membri. Eʻ facilmente prevedibile
che le indicazioni saranno a favore dei sistemi dʼarma di concezione e produzione europea.
Il 26 Giugno scorso il Parlamento Italiano ha approvato una mozione che lanciava una indagine
conoscitiva, proprio in vista del vertice di Dicembre, per valutare le implicazioni della scelta del
sistema F-35.
Nonostante lʼindagine (per quanto “addomesticata” ed in via di insabbiamento) sia ancora in
corso, il 27 Settembre scorso è stato firmato a Washington il contratto dʼacquisto dei primi 6
velivoli italiani.
D: Perchè tanta fretta? Sembrerebbe malafede.
1
armando armando dice:
Pubblicato il 08-10-2013 alle 19:39
manca l’undicesima domanda
2
maura dice:
Pubblicato il 09-10-2013 alle 08:59
ci scusiamo…. era saltato l’ultimo pezzo…. abbiamo provveduto, grazie!