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DELL’UTRI CONDANNATO A 7 ANNI PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA

ROMA (RIVER FLASH)- La Corte d’Appello di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, confermando la pena di 7 anni. “Speravo in un’altra sentenza, ma accetto il verdetto”: con queste parole l’ex senatore Pdl ha commentato la decisione presa dai magistrati del capoluogo siciliano.

“Dire che ho ancora fiducia è una parola grossa. Sono tranquillo, del resto le cose non le posso cambiare io. Aspetto le prossime puntate di questo romanzo criminale che non poteva finire qui”, ha aggiunto. “Non sono contento – ha ribadito – non posso esserlo. Spero nella Cassazione. Del resto la vita va avanti, c’è la trattativa e il resto. Il romanzo continua”.

“Se arrivasse la prescrizione direi come Andreotti: sempre meglio di niente”. Così ha poi commentato la possibilità che le accuse di concorso in associazione mafiosa possano essere prescritte se la Cassazione non si pronunciasse entro il 2014. “E’ una possibilità staremo a vedere. I calcoli li fanno gli avvocati e i giornalisti. Io attendo”.

Legale Dell’Utri: “Siamo amareggiati” – “Dopo 20 anni nulla ci coglie più di sorpresa, ma siamo amareggiati. Auspicavamo un esito favorevole già in questo grado, faremo ricorso in Cassazione come avrebbe fatto il procuratore generale in caso di assoluzione”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Di Peri, legale dell’ex senatore, commentando la sentenza che ha condannato l’ex politico a sette anni per concorso in associazione mafiosa.

Pg chiede l’arresto: “Pericolo di fuga” – Il pg di Palermo Luigi Patronaggio ha chiesto l’arresto, per pericolo di fuga, dell’ex senatore Marcello Dell’Utri. Non è ancora nota la decisione della corte. Poco dopo la sentenza, lo stesso Patronaggio aveva commentato: “E’ stata riconosciuta la colpevolezza dell’imputato per le accuse che gli sono state contestate fino al ’92. Ci riteniamo soddisfatti e pensiamo che sia stata fatta giustizia”.

La sentenza d’ appello era stata parzialmente annullata il 9 marzo 2012 dalla Cassazione, che aveva accolto il ricorso della difesa di Dell’Utri. Confermata l’assoluzione per le accuse successive al 1992, e per le quali la sentenza è diventata definitiva, la quinta sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Aldo Grassi, nelle motivazioni depositate il 24 aprile successivo,aveva spiegato che risulta”probatoriamente dimostrato” il comportamento di Dell’Utri “di rafforzamento dell’associazione mafiosa fino a una certa data, favorendo i pagamenti a Cosa nostra di somme non dovute da parte di Fininvest. Tuttavia -aveva ritenuto la Cassazione- va dimostrata l’accusa di concorso esterno per il periodo in cui il senatore di Forza Italia lasciò Fininvest per andare a lavorare per Filippo Alberto Rapisarda, tra il 1977 e il 1982. Su questo aspetto, la Cassazione aveva disposto un nuovo giudizio davanti a una diversa sezione della Corte di Appello di Palermo, quella presieduta da Raimondo Lo Forti, che si è pronunciata oggi. Il processo bis di secondo grado si era aperto il 18 luglio del 2012, e il 18 gennaio scorso il Pg Luigi Patronaggio aveva chiesto la conferma della pena di sette anni per Dell’Utri. L’ex senatore è stato a condannato anche a risarcire le spese legali delle parti civili che si erano costituire contro di lui, il Comune e la Provincia di Palermo: al Comune Dell’Utri dovrà versare 7.800 euro, mentre alla Provincia dovrà rimborsarne 3.500, come prevede il dispositivo.

FT AG RF 26.3.2013

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