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CUORE E ANIMA IN CONCERTO, AL PIANOFORTE ROMAIN DESCHARMES

descharmes al pianodi Francesco Angellotti (AG.RF 16.11.2015) ore 15:59

(riverflash) – Abbiamo sempre ammirato il Comune di Terni, perché propone iniziative culturali molto importanti. Ma quel che più conta, è che il livello è d’altissima qualità: nell’Avanguardia, nella Sperimentazione, nelle forme Stigmatizzate: Altissima Qualità!

   Su questa linea d’onda, il concerto indetto per domenica 15 dall’ Associazione Araba Fenice, spalleggiata da un’infinità di sponsor: primo tra tutti Umbria Energy, poi la solita Carit, tante altre. Indice, e non vediamo come poter contraddire quest’impressione, che la spinta verso un Accrescimento Intellettuale viene proposto da tante forme che, oltre all’Interesse, sono rivolte allo Sviluppo di tutta la Zona ove arriva la loro mansione economica. Unico appunto, accidenti mi devo sempre ripetere, queste manifestazioni rimangono sempre e solo per “i pochi intimi”: bisognerebbe esplodere con quest’atteggiamento d’Espansione! Ma andiamo oltre.

   L’Opening Concert organizzato presso l’Auditorium Gazzoli, è stato ammantato da un titolo poetico: Cuore e Anima. Tanto per dire che l’esecuzione offriva tutte le strade al Sentimento per investire il Pubblico; ma qui interviene un appunto, l’unico spiacevole. Gli Ascoltatori erano quasi tutti “over 70”, più qualche bambino trascinato (notare che il 1° figlio del pianista che il giorno del concerto compiva 1 anno, aspettava fuori la platea con la mamma: bellissimi tutt’e due). Nonostante che gli Autori, di  cui si sono fatti ascoltare pezzi trascinanti, sono stati dei rivoluzionari, nel campo della Musica e quindi dei contenuti dell’espressione comportamentale.

   Questo non è un fatto secondario, bisognerebbe che la Gioventù scoprisse il proprio retroterra, ricco di contenuti, e non di slogan: tanto è vero che il pianista che abbiamo ascoltato è indubbiamente ad un livello eccelso nonostante la giovine età, nato nel 1980 (a me adesso pare giovanissimo).

   Potremmo descrivere sull’attività di Romain Descharmes, ma allora riempiremmo tutto lo spazio disponibile. In modo succinto, diremo solo che è stato chiamato in tutto il Mondo per le sue esecuzioni (Francia, Germania, ma non trascuriamo Cina e India, e tante altre nazioni), ove ha ricevuto tantissimi premi. Spero solo che Romain non mi biasimi d’aver taciuto sui trionfi della sua carriera, ma ha viaggiato ed ha vinto troppi premi: preferisco elogiare la sua Arte.

   Il Concerto, diviso in due Tempi, ha visto dedicata tutta la prima parte a Robert Schumann, di cui è stata suonata tutta l’opera 9, Carneval.

   Pensate, 22 Tempi, e in questi c’è molto la storia dell’autore, che alterna amore e passione, con delicatezza e gioia. descharmes cuore e anima

   Inizio solenne, che termina a ritmo di danza, sempre più vorticoso. Il secondo tempo è un moderato che induce al sogno con mi bemolle, do, si.Un ritornello in scala discendente da fa a si bem nel terzo tempo, susseguito da un valzer nel quarto e un Adagio nel quinto. Non proseguo, dovrei arrivare fino a 22 e non mi sembra il caso; sarebbe inutile, tanto la musica non la state ascoltando. Diremo, però, che l’interpretazione di Romain è andata oltre la scrittura interpretativa, mettendoci molto del personale; per esempio, passionato in sol minore, l’avrei qualificato più scherzoso, o brillante, da come è stato eseguito. Ma pareri del tutto personali. Diciamo solo, forse per campanilismo, che il diciottesimo tempo si chiama Paganini, contemporaneo ammirato da Schumann, che evoca al pianoforte il suo stile virtuosistico al violino. Il concerto si conclude con la Marche des Davidsbunder (dieresi sulla u), in cui rappresenta i suoi Amici, ovvero gli Esponenti della Nuova Arte, che sconfiggono i Filistei, cioè i retrogradi e i tradizionalisti. Rifatevi in proposito all’appunto prima esposto: grazie.

   Secondo Tempo, veramente straordinario. Aprono la scena le “Sonatine” di Maurice Ravel, compositore da me profondamente amato, anche perché mi ricorda un cavallo d’oro, che montavo sempre e col quale ho svolto delle corse bellissime: ma questo non c’entra niente. Maurice ci mise 2 anni per completare la Partitura, che fu eseguita dopo ancora 1 anno a Lione. E’ in 3 movimenti; il primo, in fa diesis minore, è un motivo delicato, un po’ triste; il secondo, in la minore, è più movimentato ed allegro, per ritornare al motivo iniziale; il terzo è secondo lo stile di toccata, ovvero, il primo tema molto veloce, il secondo più lento ed ammaliante, il terzo s’esalta in tonalità fa diesis maggiore.

   Segue, poi, la ballata n° 1 in sol min. opera 23 di Fryderyk Chopin. La Lirica è un composto di gran sentimento, passione e struggimento. La prima parte, in lungo moderato, viene svolta con una breve introduzione, Lento, con un’ampia coda, Presto con Fuoco. L’introduzione è quasi un recitativo, poi s’adombra un Tema Inquieto, che nell’Immaginazione si disperde nell’Indefinito. Poi un’alternanza di Violenza e suoni “Velati” con tenui arpeggi. Quindi arriva la Gioia, con la sua prorompenza seguita da armonia e delicatezza, preludio ideale per una conclusione con coda esaltante e trascinante. Chopin amava molto questo pezzo, e ne ebbe vivi complimenti anche da Liszt, in una lettera.

   Conclusione trascinante, nuovamente di Maurice Ravel, “La Valse”, che fu anche eseguita dall’amico e compositore Alfredo Casella, al Kleiner Konzerthaus Saal a Vienna. Poteva sembrare un rimpianto per una danza popolare, ormai non più di moda; ma il rimpianto, ci viene da intuire, è per una città ed un’epoca ormai passata. Anche allora rimpiangevano i “temporis acti”, la moda è seguita, perché, credo, viene sempre cancellato il Bene Passato, con la scusa della Modernità, che troppo spesso non regge. Comunque questo Valse sembra un’apoteosi del valzer, tipo Strauss; fatto sta che nel 1929 Ida Rubinstein (in famiglia piaceva la musica, sapete?) la mise in scena al Teatro de l’Opera in Paris, ed ebbe un successo straordinario; in questo Ravel è stato coinvolto nello scrivere importanti note di sala, ma il turbine musicale emanava, nell’angoscia, una sensazione dell’immutabilità del Fato.

   Applausi scrosciati, meritatissimi, anche se accolti con discrezione, pur immaginando il compiacimento. Il pianista non poteva supporre di sgattaiolare via così: arrivederci e grazie. Il pubblico, convinto ed ammirato, non si è mosso dal posto a sedere, così Romain ha dovuto sedersi altre due volte allo strumento; ha suonato due pezzi svelti, non molto artistici ma senz’altro scherzosi e divertenti.

   D’altra parte, la Musica ascoltata è stata d’un livello eccezionale, e l’interpretazione veramente d’alta classe. Dirò solo che il pezzo di Chopin lo conoscevo suonato da Benedetti Michelangeli: Romain l’ha scandito con altra interpretazione, ma non mancava in niente. Penso che basti questo per considerare la sua musica veramente superlativa.

   Ciò ci fa aspettare con molta ansia il 29 novembre, in cui Sax Cafè presenterà, sempre al Teatro Gazzoli,  un concerto di sassofono e pianoforte, anche se ci sarà il cambiamento del sassofonista, perché quello in programma è purtroppo finito in ospedale. Ma il programma verrà rispettato e ne siamo molto attratti.

   A Terni si fanno molti spettacoli, dal senso profondo e l’esecuzione ottima. Bisogna solo cacciare ‘a capa afor”o sacco!

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