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CRISI ECONOMICA, GLI ITALIANI NON VANNO IN VACANZA E IL SETTORE TURISTICO PERDE 25MILA POSTI DI LAVORO

turismo[2]AG.RF. (redazione) 31.07.2013

 

“riverflash” – L’attuale crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, ha fatto registrare un vero e proprio “flop” dalle vacanze a giugno con soli 3 milioni di italiani che hanno scelto di andare in ferie. Ciò ha causato la perdita di almeno 25mila posti di lavoro nel settore turistico dove generalmente trovano opportunità di occupazione stagionale soprattutto i giovani. Sono questi i dati dell’Istat per quando riguarda il mese di giugno 2013: rispetto al 2012 infatti, c’è stato un aumento relativo all’1,2 dei disoccupati. Secondo i dati di Ipr Marketing, solo il 9 per cento degli italiani ha trascorso almeno un giorno di vacanza fuori casa nel mese di giugno per effetto dell’anomalo inizio d’ estate che ha alternato il sole freddo e maltempo per tutto il mese, ma la colpa delle “defezioni” nei luoghi di villeggiatura, è sta anche in forte misura, la crisi economica. Ciò ha avuto pesanti ripercussioni sul settore turistico con la perdita di ben 25mila posti di lavoro, di cui l’80 per cento stagionali, in in bar, ristoranti e altre imprese legate alle vacanze. Se la crisi ha ridotto le partenze ha anche costretto a tagliare la durata e il budget delle vacanze delle famiglie per far quadrare i conti, il 33 per cento degli italiani che ha rinunciato ai divertimenti (cinema, parchi giochi, discoteche) e il 25 per cento al livello dell’alloggio (meno stelle e più pensioni che alberghi) mentre l’11 per cento ha limitato gli acquisti di prodotti tipici. Complessivamente tra il consumo di pasti nella ristorazione (13,9 miliardi) e l’acquisto di prodotti alimentari nei negozi e nei mercati (10,1 miliardi), i turisti italiani e stranieri spendono, infatti, per mangiare e bere circa 24 miliardi di euro su un totale di 72,2 miliardi del giro d’affari annuo totale. La gran parte dei risultati economici e delle  opportunità di lavoro del turismo in Italia nell’estate 2013 dipende quindi dalle scelte dei turisti a tavola che condizionano i bilanci di ristoranti, agriturismi, mercati, pizzerie, negozi, bar e gelaterie.

 

Fonte: (Coldiretti)

 

 

 

 

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