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CRESCE A LIVELLI RECORD IL DEBITO PUBBLICO, L’ITALIA AFFONDA

italy affondaAG.RF 15.07.2014 (ore 07:50)

(riverflash) – Il debito pubblico italiano ha sforato a maggio la cifra record di 2.166,3 miliardi, cioè 20 miliardi in più rispetto al mese precedente, aprile 2014. Il che significa nuove tasse su tutto: carburanti, acqua, energia, immondizia, rendite finanziarie, sigarette e altro. Tassate le pensioni e la pressione fiscale sulla casa è cresciuta dai 9 miliardi nel 2009, ultimo anno dell’ICI, ai 25 miliardi del 2014 fra TASI sulle prime case e IMU sulle seconde case. Una beffa per chi aveva deciso di investire nel mattone a causa dei disagi derivati dall’Equo Canone, che ha tolto gli affitti dal mercato.

Secondo quanto emerge dal Supplemento conti pubblici al bollettino statistico di Bankitalia, dall’inizio dell’anno il debito è aumentato di 96 miliardi con una crescita del 4,7%. Sicuramente non ne ha la colpa Matteo Renzi che con l’ottimismo ha stravinto le elezioni europee. Se avesse raccontato la drammatica verità sui conti pubblici, nelle urne gli italiani avrebbero riflettuto di più se mantenere o meno l’attuale carrozzone statale. A pesare sull’aumento è l’andamento dei conti delle amministrazioni centrali che hanno fatto segnare una crescita del debito di 20,9 miliardi a fronte di un calo di 0,9 miliardi delle amministrazioni locali. Con una lettura di dettaglio si scopre che è calato il debito delle Regioni e delle Province Autonome, scendendo da 37,9 a 36,6 miliardi, è rimasto stabile quello delle province (a 8,4 miliardi) mentre e’ aumentato da 47,6 a 48 miliardi il debito dei Comuni.

La colpa di questo disastro non è attribuibile nemmeno a Enrico Letta e Silvio Berlusconi, mentre Mario Monti ha fatto il suo dovere di curatore fallimentare dell’Italia per conto della Bundesbank. Parte da lontano il nostro debito, da politiche sbagliate del secolo scorso che si riflettono negli ultimi anni.

A fronte di una crescita dell’economia che sicuramente sarà di minore entità, lascia prevedere un aumento anche del rapporto Debito-Pil. Tempi sempre più duri, ma agli italiani è bastata la promessa di 80 euro in alcune buste paga per tenere in piedi l’asse Draghi-Napolitano.

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