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CRAXI A DI PIETRO: POTEVA NAPOLITANO NON SAPERE DEI FINANZIAMENTI SOVIETICI AL PCI?

craxi dipietro enimontAG.RF 06.04.2015 (ore 21:38)

(riverflash) – A volte riguardare il passato è utile a rinfrescare la memoria di chi ha vissuto quei giorni e per dare informazioni a quelli che allora erano troppo giovani. C’è il video della deposizione al Tribunale di Milano di Bettino Craxi interrogato dall’allora pm Antonio Di Pietro al processo Cusani-Enimont, del 17 dicembre 1993. Allora l’attuale premier Matteo Renzi aveva 17 anni e non è pensabile coinvolgerlo in tale vicenda, ma Craxi parla di Napolitano, esponente comunista e Presidente della Camera dei Deputati prima di diventare Presidente della Repubblica. Un video del TG5 che era scomparso da youtube ma che vale la pena riascoltare.

A proposito del modo illegale con cui i partiti italiani sono stati finanziati dalla caduta della Monarchia rende chiarezza la testimonianza di Craxi: “Sono sempre stato al corrente della natura non regolare dei finanziamenti ai partiti e al mio partito. L’ho cominciato a capire quando portavo i pantaloni alla zuava […] In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alle attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità, io credo, a partire dall’inizio della storia repubblicana. Questo è un capitolo, che possiamo anche definire oscuro della storia della democrazia repubblicana, ma da decenni il sistema politico aveva una parte, non tutto, una parte del suo finanziamento, che era di natura irregolare o illegale; e non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere e non ne era consapevole solo chi girava la testa dall’altra parte. I partiti erano tenuti ad avere dei bilanci in parlamento, i bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano, ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo”.

Questo il video: http://www.attivo.tv/player/4/4444.html

Antonio Di Pietro ha ricordato che: “Craxi descriveva quel Napolitano, esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera, come un uomo molto attento al sistema della Prima Repubblica specie coltivando i suoi rapporti con Mosca”.

 

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