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COVID 19: PERCHE’ LA LOMBARDIA E’ FUORI DA OGNI DATO STATISTICO?

AG.RF.(C.P.).04.06.2020

“riverflash” – La Lombardia rimane costantemente elemento di discontinuità per le statistiche sui casi di COVID 19, sia per infezioni che per mortalità. Nessuno ci ha ancora spiegato il motivo di tale enorme differenza rispetto al resto del paese e, perché no, al resto del mondo. Anche oggi, 3 giugno 2020, questi sono i dati dell’epidemia: “Coronavirus, ultime notizie – In Italia 237 nuovi casi, quasi tre quarti sono in Lombardia”.

Attenzione: ¾ corrisponde al 75%, la cosa è quanto mai strana! In quasi tutti gli studi che si dicono scientifici, oltre al principio di causa ed effetto, si usa spesso il criterio di correlazione, perché nessuno riesce a trovare una correlazione per questa abnorme differenza di contagiosità del virus? Possibile che non si riesca a stabilire quali sono i fattori di diversità fra la Lombardia ed il resto dell’Italia? Se il governo ci tiene tanto alla salute dei suoi cittadini, visto che ci ha bloccati in casa pere tre mesi mandando a rotoli l’economia, perché non promuove una ricerca, uno studio, tale per cui si riesca a fare una correlazione fra l’enorme differenza di infettati e di mortalità fra la Lombardia ed il resto dell’Italia?

OK, si parla di inquinamento, e la terra dei fuochi, allora? E la zona di Taranto per l’ILVA? Non mi risulta che in quelle zone la percentuale di decessi per coronavirus abbiano superato quella della Lombardia.

Qualcuno parla del 5G, c’è chi dice che a Bergamo, come a Wuhan, si sta sperimentando la nuova tecnologia telefonica e di internet WiFi della quinta generazione (5G). Perché nessuno studia queste correlazioni?

Ricordo che una ventina di anni fa ho avuto rapporti di lavoro con un fisico dell’Istituto Superiore di Sanità: una persona molto seria e coscienziosa, col quale abiamo sviluppando uno “sniffer” volante per capire come si evolveva la nube tossica emessa dalla città di Roma in funzione dei venti e delle condizioni climatiche. Abbiamo preparato l’apparecchiatura da montare su un piccolo velivolo ultraleggero e poi, per un paio di anni, non ci siamo più visti. Quando ci siamo rivisti, mi ha fatto vedere due grafici di “Correlazione stretta”, in pratica mi mostrava come l’incremento delle auto diesel negli anni corrispondeva esattamente all’incremento dei tumori ai polmoni. Ecco un semplice studio di correlazione, nel senso che, basandosi solo sul principio di causa ed effetto, nessuno avrebbe mai messo in relazione i due fenomeni. La mia domanda è: perché non si fa una cosa simile per la Lombardia rispetto al resto dell’Italia? Con l’uso dei computer non ci vuole molto, si fa così:

  1. Si stabilisce la differenza in percentuale delle infezioni e delle morti per coronavirus fra Lombardia ed il resto d’Italia, magari regione per regione,

  2. Poi si cercano i rapporti di varie grandezze fra la Lombardia ed il resto d’Italia, questi sono solo esempi:

    1. Tipologia e densità delle industrie chimiche,

    2. Industrie metalmeccaniche,

    3. Industrie di elettronica e di elettrotecnica

    4. Raffinerie petrolifere

    5. Giacimenti di petrolio e di gas

    6. Fonderie

    7. Antenne TV e di reti cellulari,

    8. Numero di auto per 1000 abitanti

    9. Parchi urbani ed extra urbani,

    10. acque sotterranee

    11. inquinamento delle acque in funzione della quantità di acqua della regione

    12. numero di persone che hanno fatto il vaccino anti-influenzale lo scorso autunno,

    13. ecc.

  3. Quando si trova un parametro simile e dello stesso ordine di grandezza con le infezioni da coronavirus, allora si può andare più a fondo e fare una correlazione migliore.

Io non voglio approfondire troppo questo argomento: non è il mio campo, ma, al di là di tutti i discorsi politici e vari bla. bla televisivi, ritengo che qualsiasi università possa studiare questo argomento, sono studi tipici delle reti neuronali, che si usano anche in economia per correlare vari fenomeni che possono portare a variazione dei prezzi del grano, del petrolio, dell’oro ecc. Qui si tratta solo di applicare concetti noti in altre discipline alla disciplina della salute pubblica, che, quando si cercano le cause di un’epidemia, non deve e non può essere basata solo sulla scienza medica, la quale ha per scopo quello di curare le malattie e non di scoprire le cause esterne ed ambientali per cui si sono sviluppate.

Non vorrei che non si facesse una ricerca di questo tipo solo perché non si vuole che si scopra, troppo facilmente, il vero problema per cui la Lombardia ha avuto molte più infezioni e più morti rispetto a tutto il resto d’Italia e del mondo.

La ricerca potrebbe essere affidata a due o tre università o centri di ricerca, all’insaputa l’uno dal’altro, per cui, se per caso i risultati dovessero coincidere, si potrebbe avere una maggiore certezza di cosa ha cuasato il fenomeno.

Alla fine lo studio non servirà solo per capire i motivi della differenza fra Lombardia e resto d’Italia, ma anche per capire quali parametri ambientali o antropici possono portare ad epidemie virali di questo tipo.

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