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COTTARELLI “CONTRO” GLI STIPENDI DEI TOP MANAGER

Shutterstock - Business

AG.RF.(MP).20.03.2014

“riverflash” – Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, ha preso di mira gli stipendi dei manager pubblici, nell’ottica del risparmio voluto da Renzi (10 mld per poter aggiungere 1000 euro l’anno in busta paga a tutti coloro che percepiscono fino a 1500 euro netti al mese). Tagliando gli stipendi dei manager, si dovrebbero ricavare circa 500 mln di euro. Il commissario ha spiegato infatti che le retribuzioni dei dirigenti apicali sono, in media, 12,63 volte il reddito pro capite dei cittadini italiani. Tanto per fare un esempio, si può aggiungere che “in Gran Bretagna, gli stipendi, ammontano a poco più di otto volte il reddito pro capite, in Francia a circa sei e in Germania a cinque. I dirigenti di prima fascia, invece, percepiscono, mediamente, 10,17 volte lo stipendio di un comune cittadino, in Gran Bretagna di quasi sei, in Francia di cinque e in Germania di quattro”. Gli ultimi dati della Banca d’Itali, indicano come il 20% dei nuclei familiari abbia un reddito inferiore ai 14.457 euro annuali (circa 1.200 mensili), mentre per la metà non supera i 24.590 euro (circa 2 mila euro al mese). Nella fascia più alta si trovano circa il 10% delle famiglie che hanno un reddito medio di 55.211 euro. Il reddito medio delle famiglie italiane prese loro complesso, quindi è di 2.500 euro mensili. La riduzione del reddito equivalente, inoltre, è stata più marcata per i lavoratori non dipendenti e per i non professionisti. Ma qual è il limite massimo previsto dalla società pubbliche per il pagamento degli stipendi dei manager? 311mila euro, pari allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione. Un limite che non vale però per le aziende quotate e per quelle che emettono bond negoziati sul mercato. E dal primo aprile, in base a un provvedimento firmato dall’ex ministro Fabrizio Saccomanni, potrebbe scattare un altro taglio, prima ancora di quello di Cottarelli che dovrebbe ridurre ulteriormente i 311 mila euro a seconda del numero di dipendenti, del valore della produzione e degli investimenti della società; ed esistono 3 fasce possibili in base alle dimensioni delle stesse: la prima prevede il 100% dello stipendio del primo presidente di Cassazione, la seconda l80% e la terza del 50%.

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