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COSA STA SUCCEDENDO ALLA NOSTRA SOCIETA’?

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AG.RF.(Claudio Peretti).07.10.2014

“riverflash” – Vi sarete chiesti come mai chi riveste cariche di potere è spesso un individuo egoista, narcisista, aggressivo, lontano da una vera empatia con il popolo che rappresenta.

Si deve partire da una convalidata e solida teoria scientifica che divide l’encefalo in tre porzioni: la famosa tesi del Triune Brain Di MacLean .

Secondo questa teoria siamo dotati di tre porzioni cerebrali definibili come : cervello rettiliano o r-Complex. cervello mammifero-limbico e cervello corticale–sapiens. Ogni parte del cervello, frutto della progressiva evoluzione della vita sulla terra, manifesta funzioni sue proprie che si esprimono in modo diverso nei differenti soggetti.

Il cervello rettiliano è dominante, territoriale, gerarchico, rituale, liturgico, istintivo, cinico, volto alla sopravvivenza, al possesso e alla competitività.

Il cervello mammifero-limbico presiede alle emozioni, alla tutela della prole, all’affettività, alla condivisione, all’empatia, alla compassione, alla socialità.

Il cervello corticale è logico razionale, numerico ecc.

L’equilibrio delle funzioni cerebrali e caratteriali si ottiene quando le funzioni  dei tre cervelli sono bene equilibrate. Non esiste una porzione “cattiva” e anche la difesa, l’istinto di sopravvivenza del cervello rettiliano opportunamente modulati , permettono una giusta salvaguardia di sé e del gruppo.

L’eccesso di “rettilianità” invece favorisce la “spregevolezza”, l’egoismo, l’autoreferenzialità, la sopraffazione, il disconoscimento dei diritti dell’altro. In poche parole la guerra.

Va da sé che sono spesso gli individui più rettiliani quelli dominanti, volti alla leadership e maggiormente assetati di potere che salgono la scala sociale, religiosa e politica.

Come paradosso quindi gli individui meno evoluti e primitivi e violenti guidano senza saggezza e sensibilità la società e oggigiorno ne subiamo tutti le drammatiche conseguenze.

I giornali sono colmi di gesta di rettili che emergono dalla cronaca contendendosi il territorio sociale e politico palmo a palmo.

Il verbo “attaccare” è una delle più frequenti parti del discorso e compare spessissimo sulle pagine dei quotidiani. Il tale politico attacca il rivale, tizio distrugge l’avversario, caio annienta sempronio.

Si assiste ad una continua lotta di varani che si scontrano, si distruggono, si umiliano reciprocamente per poi allearsi. Offendere è divenuto lo sport nazionale più in voga, di questi neo-gladiatori da talk show televisivo, di questi pseudo intellettuali dal gergo da barocciai.

Ora spero che non mi fraintendiate. Non voglio prendere le parti dell’uno o dell’altro. Non sono un politico né un ideologo settario. Voglio solo comprendere e ricercare le ragioni di questo sfacelo.

Parimenti non tengo la parte di qualcuno, né delle donne contro i maschi, né accamperò diritti di prevaricazione del sesso forte su quello gentile come per talune non-culture appare scontato.

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