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Coronavirus, il mondo della moda si mobilita

di Valentina Riso (AG.RF 31.03.2020) ore 00: 22 (riverflash) In attesa di sapere cosa ne sarà del loro futuro, sono sempre di più le imprese che decidono di riconvertire la loro produzione per rendersi utile durante la crisi. Anche le aziende della moda scelgono di sostenere la lotta contro il virus, producendo il materiale che manca e, in molti casi, donandolo gratuitamente alle strutture sanitarie in difficoltà.
Da Giorgio Armani, che aveva già donato 1.250.000 euro nelle scorse settimane per gli ospedali, si aggiungono altre 750mila euro, arrivando a 2 milioni. Non solo, lo stilista ha deciso di riconvertire l’intera produzione di abbigliamento dei suoi stabilimenti per produrre camici monouso, destinati alla protezione del personale sanitario impegnato negli ospedali nella lotta al Covid-19.
La prima somma di 1.250.000 euro nelle scorse settimane, era andata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma. Ora ha deciso di aumentare il suo contributo anche all’ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia.

Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti Foundation hanno donato 1 milione di euro per il Columbus Covid 2 del Gemelli a Roma. Due milioni da Gucci insieme a Intesa Sanpaolo e Facebook: un milione per la Protezione Civile Italiana con la creazione di nuovi posti letto in terapia intensiva in via prioritaria, l’altro milione per Solidarity Response Fund della Fondazione delle Nazioni Unite a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la campagna di Matchmaking lanciata da Facebook, che a sua volta corrisponderà una cifra pari all’importo complessivo delle donazioni, nell’ambito dell’iniziativa di Matching. L’iniziativa segue le donazioni precedenti del Gruppo Kering, di cui Gucci fa parte, in Cina, Italia e Francia, e l’annuncio della produzione di oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario in risposta all’appello della regione Toscana.

Di fatto le regole imposte dal governo per il contenimento del contagio hanno momentaneamente paralizzato l’industria della moda. I negozi sono stati chiusi. Le aziende del settore hanno dovuto sospendere completamente le attività produttive. Ma alcune hanno convertito la produzione per aiutare gli ospedali come ha fatto Armani e come ha fatto Prada, che dal 18 marzo ha avviato su richiesta della Regione Toscana la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione secondo un piano che prevede consegne giornaliere che saranno ultimate entro il 6 aprile. Camici e maschere sono prodotti internamente nell’unico stabilimento del Gruppo – Prada Montone (Perugia) rimasto operativo a questo scopo e da una rete di fornitori esterni sul territorio italiano.

Anche Bulgari, dopo aver fatto un’importante donazione all’ospedale Spallanzani per l’acquisto di un nuovo microscopio 3D ad alta definizione indispensabile per la ricerca, ha deciso di produrre insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi), diverse centinaia di migliaia di flaconi di gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del Governo Italiano. La produzione prevede 6000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi.

Il gruppo Miroglio (attivo nel settore tessile da 70 anni e comprende marchi come Fiorella Rubino, Motivi e Oltre, Elena Mirò), ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche in cotone idrorepellente, lavabili e riutilizzabili almeno dieci volte.

Il gruppo Calzedonia, già dal 23 marzo, aveva riconvertito alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici. Grazie all’acquisto di macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica e formando le cucitrici al nuovo tipo di produzione, Calzedonia ha prodotto 10.000 mascherine al giorno nella fase iniziale. La conversione dell’azienda in questo senso ha permesso la distribuzione di mascherine a partire dal 23 marzo. Le prime, donate all’ospedale di Verona e al comune di Verona, città madre dall’azienda dal 1986.

E ancora, il mondo del fashion aggiunge un ultimo tassello: lo shopping solidale, capsule collection, oppure singoli capi e accessori creati appositamente per combattere il Covid-19. Un modo come un altro, per i player del lusso come per i piccoli marchi di nicchia, di contribuire a promuovere il messaggio positivo che il Coronavirus si può (e si deve) sconfiggere.

Dal 25 marzo al 15 aprile, Alberta Ferretti e Philosophy di Lorenzo Serafini devolveranno il 15% dei proventi delle vendite sui rispettivi siti all’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna (AUSL Romagna) e all’istituto clinico Humanitas di Milano, per supportarli nella lotta al Covid-19.
Pollini si impegna attivamente nella lotta al Covid-19: a partire dal 25 marzo fino al 12 aprile, per ogni acquisto sull’e-commerce del brand di calzature il 10% sarà donato all’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna (AUSL Romagna).

Chiara Ferragni, dopo aver lanciato una campagna fondi milionaria a favore dell’ospedale San Raffaele di Milano, presenta una mini capsule collection di abiti “da casa” solidali: una felpa corta e un paio di joggers a stampa, che mixano il logo occhiuto del suo brand Chiara Ferragni Collection a quello del celebre biscotto Oreo (di cui è testimonial). Tutti i proventi di Oreo by Chiara Ferragni saranno devoluti in beneficenza per sostenere la lotta al Covid-19.
Oséree, il brand italiano di swimwear si impegna per dare un contributo a supporto del Paese. A partire dal 25 marzo per un mese il 10% delle vendite online sarà devoluto a Cura Italia, l’iniziativa solidale della Protezione Civile.

Il braccialetto in pizzo macramé firmato Cruciani C, si fa solidale per sostenere la Croce Rossa Italiana. Il ricavato dei 5000 braccialetti messi in vendita sul sito dell’associazione sarà interamente devoluto a supporto dell’impegno di volontari ed operatori presenti su tutto il territorio nazionale, impegnati a combattere l’epidemia.
Il marchio di borse Benedetta Bruzziches ha deciso di supportare la lotta contro il virus Covid-19 supportando l’Ospedale Belcolle di Viterbo. Il 100% del ricavato delle vendite dell’e-commerce del brand, fondato proprio a Caprarola nel viterbese, sarà devoluto al potenziamento della terapia intensiva della struttura.

Il gruppo Binda Italia, attraverso i suoi marchi di orologeria e gioielli Breil e Hip Hop Watches, devolverà il 30% del ricavato delle vendite online alla Protezione Civile Italiana, a sostegno dei reparti di terapia intensiva del territorio.
Infine, #ConBergamo è la campagna lanciata da Trussardi per sostenere Cesvi e supportare i servizi di terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXVIII di Bergamo. Il luxury brand che proprio qui è nato nel 1911 scende in campo nella lotta al Coronavirus, oltre che con una raccolta fondi dedicata, destinando il 100% degli introiti sul sito a favore di Cesvi per sostenere l’acquisto di respiratori e ventilatori polmonari per il polo ospedaliero.

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