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CONSULTAZIONI: IL MOVIMENTO 5 STELLE SBATTE LA PORTA IN FACCIA A BERSANI

ROMA (RIVER FLASH)- Quello tra Pierluigi Bersani e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle è stato un dialogo tra sordi. Trasmesso in diretta streaming. Il presidente incaricato ha illustrato il suo programma di governo per i prossimi mesi, ma i grillini hanno replicato dicendo di avere un proprio «progetto per il Paese». Il primo ha chiesto «responsabilità», ma i secondi hanno risposto «no alla fiducia». È stallo.

Durante l’incontro di consultazione, Bersani ha espresso innanzitutto la volontà di guidare «un governo di cambiamento». «Voi» – ha spiegato il segretario a Roberta Lombardi e Vito Crimi – «siete protagonisti di questo cambiamento, ma non siete gli esclusivi protagonisti. Anche la mia forza sente questa esigenza. Non farò governi che abbiano davanti l’impossibilità di cambiamento».

Pier Luigi Bersani si avvierà domani a concludere le procedure per tentare di formare un governo dopo l’incarico ricevuto da Giorgio Napolitano. “In assoluta trasparenza, spiega il leader del centrosinistra, ho cercato di mettere insieme le forze politiche di fronte ad un’occasione vera di cambiamento, un’occasione precisata e strutturata che riguarda da un lato un governo che risponda immediatamente ad esigenze impellenti e dall’altro le riforme strutturali da cui parliamo da tempo”. “Le forze parlamentari, continua il segretario del Pd, si stanno prendendo le loro ore di riflessione e domani attendo una risposta conclusiva”. L’intenzione di Bersani è dunque portare domani al presidenze della Repubblica gli esiti delle consultazioni: “Sarò flessibile se viene chiesta un’ora in più dalle forze politiche” ma “dobbiamo avviarci a una determinazione conclusiva”.

Non ci sono diktat da fare al presidente della Repubblica: “Andrò al Quirinale e valuterò insieme al Presidente della Repubblica, afferma il segretario democratico. Non ho diktat da fare, come leggo, devo portare una valutazione conclusiva fatta di numeri e anche di valutazioni politiche e con il Capo dello Stato il dialogo è sempre bello, corretto e produttivo”. Certo la questione non è uno scambio tra due cose diverse e che coinvolga il Quirinale. “Io posso dire che fino a prova contraria parto dalla Costituzione che dice che le prime votazioni sono con i due terzi. Sono per partire dal dettato costituzionale quindi parto da un presupposto di comune garanzia su figure che abbiano questi caratteri non da esigenze di parte o faziose”.

 

FT AG RF 27.3.2013

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