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CON L’OTTIMISMO SONO TORNATE LE FRECCE TRICOLORI ALLA SFILATA DEL 2 GIUGNO

Le frecce tricolori durante il giuramento degli allievi "Corso Rostro IV" dell' Accademia Aeronautoca Militare di Pozzuoli (Na), 16 Aprile 2014.  ANSA/CESARE ABBATEdi Stefano Celestri (AG.RF 02.06.2014) ore 19:20

(riverflash) – Miracoli elettorali. L’Italia in ginocchio con il lavoro che non c’è e le aziende che chiudono, ha ritrovato la fiducia, anche se nulla è cambiato, a parte l’uomo che la guida. Matteo Renzi infonde ottimismo, unito a un sentimento patriottico. Su Rai Uno, nel pomeriggio, ragazzi che cantano l’inno «Fratelli d’Italia», dopo lo sfogo, in diretta da Delhi, del marò Salvatore Girone, stanco di vivere chiuso nella nostra Ambasciata. Ottimismo, parola d’ordine, che a forza di pronunciarla diventa verità. Da Vienna il ministro degli Esteri Federica Mogherini comunica che ha allertato gli ambasciatori delle sedi sparse per il mondo per lanciare Expo 2015. La stessa Expo con le tangenti che rivelano la solita mangiatoia, con il compagno «G», Primo Greganti, compagno di partito di Renzi, sulla breccia della corruzione dai tempi di «Mani Pulite». Un ventennio a sottrarre soldi agli italiani senza chiudere la carriera. Roba da fare invidia ai politici di lungo corso della Prima Repubblica.

Oggi, a via dei Fori Imperiali, c’erano tutti i volti noti della Repubblica, con l’eccezione del M5S e della Lega Nord. A salutare Renzi e Napolitano c’erano le Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica della aviazione, che nel 2013 non aveva sfilato sopra Roma. L’allora ministro della Difesa Mario Mauro spiegò che le evoluzioni delle Frecce sono molto costose e poco adatte a un momento di crisi. Sono 9 gli aerei della pattuglia e un’ora di volo di ciascuno di loro dovrebbe costare più di 4.500 euro, anche se nessuno ha comunicato il costo reale. La crisi non è finita, sta per arrivare la stangata della TASI, ma il 41% degli italiani, esclusi gli astenuti, ha dato fiducia a Renzi e alle forze politiche che hanno originato la crisi.

Nel film «Finché c’è guerra c’è speranza» Alberto Sordi interpretava il ruolo di un mercante d’armi. Mentre era impegnato a vendere elicotteri a un dittatore africano, Sordi aveva fatto colorare il cielo dalle scie degli aerei. Affare concluso, con il dittatore felice che batteva le mani e Alberto Sordi che commentava: “È felice come un bimbo!”.

Ottimismo e populismo sono parole che fanno rima, insieme funzionano. Non ci resta che battere anche noi le mani per applaudire il cielo bianco-rosso-verde per le scie lasciate dalle Frecce Tricolori.

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