AG.RF.(MP).17.12.2015
“riverflash” – Una buona notizia per tutti coloro che hanno difficoltà a dormire: l’insonnia si può combattere con il latte di mucca, munto di notte. Perché di notte? Per aumentarne il potere “soporifero”, secondo quanto hanno affermato i ricercatori dell’Uimyung Research Institute for Neuroscience in Corea del Sud, il latte va munto durante le ore notturne perché ha “una quantità di triptofano e melatonina eccezionalmente ricche”. La melatonina è un ormone naturale che aiuta a regolare il ciclo sonno-veglia, e il triptofano è un aminoacido essenziale per l’organismo, che può essere convertito in serotonina e melatonina. Daltronde non è una novità che il latte favorisca il sonno e occorre anche dire che l’effetto che si ricava dal berlo, è attribuito ad associazioni psicologiche, quali ad esempio il ricordo della mamma che dava il latte al bimbo prima di dormire. I ricercatori hanno anche scoperto in un recente studio, che gli anziani che prendevano il latte munto di notte prima di dormire, avevano anche una migliore qualità del sonno. E per questo motivo, lo studio è stato approfondito, prendendo come cavie i topi: la bevanda è stata così testata sui topi che sono stati divisi in ricer I ricercatori hanno quindi cercato di valutare gli effetti psicofarmacologici del latte esratto di notte. Così hanno testato la bevanda su alcuni topi: gli animali sono stati divisi in gruppi e nutriti con latte ‘notturno’, latte munto di giorno, acqua o Diazepam (uno psicofarmaco), e poi messi su un cilindro rotante per 20 minuti. I topi sonnolenti avrebbero avuto difficoltà a rimanere in equilibrio, al contrario dei più svegli. In questo modo i ricercatori hanno constatato che i topolini nutriti con latte munto di notte cadevano più spesso di quelli che avevano preso l’altro latte o l’acqua; e un’ora dopo averlo bevuto erano significativamente meno attivi dei compagni. Ed ecco quindi la soluzione: il latte munto di notte è “in grado di produrre un effetto sedativo, ansiolitico, e di favorire il sonno in modo paragonabile alle benzodiazepine”.
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