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A COLLESCIPOLI UN ORGANO DEL ‘600 HA SUONATO NEL «FESTIVAL HERMANS»

andrescea galandi Francesco Angellotti (AG.RF 02.11.2015) ore 16:36

(riverflash) – Poi mi venite a dire che da parte del comune di Terni è esagerata la richiesta  d’essere Capitale della Cultura nel 2017; vorrei sapere, però, quale altro centro porge e fa sfavillare i suoi ritrovi  culturali, propendendo verso il solo spirito della Conoscenza e della Divulgazione.

   Si è tenuto a Collescipoli (meno di 10 chilometri sopra Terni) la XVII (diciassettesima, per chi non leggesse i numeri romani!) edizione del festival Hermans, e ditemi che è una cosa trascurabile.

   Sì, ma chi era Hermans? Figurati che importanza può avere, un personaggio tra i tanti.

   Non rispondete così, perché la qualifica d’ignoranti non ve la stacca nessuno: e con ragione.

   Durante il regno del Re Sole (in Francia nel 1600, ma lo sapevate, vero?), Hermans costruì 90 organi, ma solo in Europa; belli, scelti e dal suono straordinario; ne sono rimasti interi solo 2. E gli altri 88? Distrutti, non diciamo come, perché potremmo provare vergogna se sapessimo solo come  l’organo della Chiesa dei XII Apostoli nell’ Oratorio di Orvieto è finito: marcito dall’acqua.

   Uno è conservato a Pistoia, nella vicina Toscana; l’altro è a Collescipoli (noto ed importante centro urbano, a meno di 10 km da Terni, di cui tutti conoscono la fama); si trova nella chiesa di Santa Maria: e potremo ascoltare le note emanate dai suoi tasti martedì 8 dicembre, suonato dal maestro Gabriele Catalucci. Il concerto avverrà in occasione dell’apertura del Giubileo, programmata appunto per l’8 dicembre, ma la musica l’ascolteremo lo stesso uscir fuori dai tasti di un organo, del 1678, che non ha eguali.

   Oggi, sempre a Collescipoli, abbiamo ascoltato un organo, sempre del 1600, ma era un Neri; forse c’è voluto meno impegno nel restauro, ma il risultato è stato lo stesso eccezionale.

   Certo, uno strumento così particolare, deve essere suonato da un Maestro bravo ed esperto, altrimenti è facile la stonatura, che darebbe molto fastidio. Quindi, ove le cose le fan bene, hanno impegnato per l’occasione il maestro Andrés Cea Galàn, che è venuto dalla Spagna, non per l’ingaggio che era di valore economico 0 (zero), ma per aver l’onore e l’esperienza di aver sotto le dita un Organo Neri; questo gli è bastato. Voi che dite, è questa Cultura?

 andres cea galan  Questo bravissimo organista, è famoso e rinomato in tutto il Mondo, ha cariche che non stiamo ad elencare perché riempiremmo troppe righe, è cercato ed apprezzato dal Brasile al Giappone (passando per il Messico, l’Uruguay, … qua in Italia lo abbiamo rincorso da Collescipoli: eppure parla benissimo italiano).

   Il repertorio suonato è stato tutto tratto da compositori del 1500, tranne la conclusione di un autore, più moderno, era del 1600. Due pezzi del francese Pierre Attaignant, lo spagnolo Antonio de Cabezòn, l’italiano Girolamo Frascobaldi (uno tra i migliori del ‘500), a poi ha concluso con il più recente Joseph Jimènez, sempre di terra ispanica. L’entusiasmo del pubblico ha portato lo straordinario Cea Galàn a far ascoltare anche un bis, composto dall’inglese Orland Gibbons, di cui è andato sui tasti un frammento Ground.

   Possiamo ringraziare dell’accoglienza gli organizzatori, con i quali ho parlato indisturbato perché, per la paura di arrivare tardi, sono arrivato presto: sempre così! L’iniziativa di far conoscere gli organi di Collescipoli partì dal genio di van de Pol, insegnante nell’Istituto Morlacchi di Perugia,  che ha impostato la rappresentazione in modo ammirevole; ma, come tutti, arrivato ad una certa età, assillato da malattie fastidiose, ha lasciato carta bianca al suo allievo Fabio Ciofini, che  ha raccolto l’eredità con spirito eletto. E lo Spirito, non riesce a fare discorsi d’interesse. Calcolate che questa manifestazione, sovvenzionata dalle due parrocchie citate, l’associazione Hermans Festival, Fondazione Carit (sempre in mezzo, e sia per loro un vanto), Regione dell’Umbria, Comune di Terni, III Circoscrizione Sud, deve sostenere come spesa dagli 8 ai 10 mila Euro: per 9 rappresentazioni che si svolgono nell’anno.

   Signori, qua in Umbria, e nel comune di Terni, le cose le facevamo, e le facciamo, per allargare il bagaglio Culturale della popolazione, e di tutti coloro che ci raggiungono, nel verde della nostra campagna, allo splendore delle nostre città.

   Capitale della Cultura: volete di più?

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