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COINVOLTI 787 MINATORI NELL’OVEST DELLA TURCHIA, I MORTI SALGONO A 205

turchia espldi Shady Alizadeh (AG.RF 14.05.2014) ore 13:12

(riverflash) – È di 205 il numero delle vittime causate da un incendio nella miniera di carbone di Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia. L’incidente, avvenuto ieri pomeriggio durante il cambio di turno, ha coinvolto più di 787 minatori che si trovavano nelle gallerie della miniera a due chilometri di profondità e a quattro chilometri dall’uscita. Sono 363 i minatori tratti in salvo nelle prime ore dopo l’incidente, di questi più di 4 sono in condizioni molto critiche. L’incidente sarebbe stato causato da un esplosione, come racconta l’emittente Ntv, dovuta ad un cortocircuito. Le fiamme divampate, non ancora domante, e il fumo spesso hanno invaso le gallerie lasciando poca via di scampo. Il numero dei dispensi oscilla tra i 350 e i 400. Le squadre di salvataggio, accorse da tutta la Turchia, cercano di pompare aria fresca e respirabile nelle viscere della miniera con la speranza di fornire aria fresca a chi sia ancora intrappolato, sebbene i minatori siano forniti di maschere antigas con un’autonomia, tuttavia, non sufficiente che oscilla dai 45 minuti a un’ora e mezza.

Sebbene si continuino a cercare sopravvissuti la speranza dei famigliari si è trasformata in rassegnazione e rabbia. Ormai, come affermato dallo stesso ministro dell’Energia Taner Yildiz, in una diretta televisiva, sono quasi nulle le possibilità di trovare qualcuno ancora in vita.

Sin dai primi minuti dopo l’incedente è stata evidente la disorganizzazione e la confusione nel dare le notizie, difatti fino alla tarda sera di ieri le vittime accertate erano solo 17 con un esiguo numero di dispersi. Le prime stime realistiche sono state date, quasi per errore, dal sindaco di Manisa, Cengiz Ergun, che ha dichiarato alla stampa che le vittime erano ben 157, mostrando a tutta la Turchia la grandezza di questa tragedia. Oltre alle centellinate informazioni ufficiali, un dato che colpisce è la mancata chiarezza del numero esatto dei minatori che stavano lavorando in quel momento. Immediatamente dopo l’esplosione le autorità locali hanno dichiarato che i minatori che effettivamente si trovavano nelle galleria a lavorare erano 598, per poi rettificare il numero in tarda serata ed alzarlo a ben 787 minatori. Tra questi moltissimi minorenni di età compresa tra i 14 e 18 anni, come il giovane Kemal Yildiz, morto subito dopo il ricovero in ospedale, di soli 15 anni. Tra le vittime si registrano anche gli stessi soccorritori, come dichiarato dalla televisione locale Cnnturk, composti dagli stessi minatori e le squadre addette.

La portata di questa tragedia ha riportato alla memoria dei cittadini turchi il terribile incidente accaduto nel 1992 nella regione del mar Nero, nella quale persero la vita 163 minatori. Ed infatti questa tragedia, annunciata per alcuni, rappresenta una nuova grana per il governo di Ankara. Dopo aver oscurato i social network e contrastato con forza le manifestazioni degli studenti, il premier Erdogan dovrà, ora, scontrarsti con il partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, che già da tempo denuncia la mancanza di sicurezza nelle miniere. Le stime ufficiali parlano di 93 morti nelle miniere di carbone in tutta la Turchia solo nel 2013 e nello stesso anno, 300 minatori si erano rinchiusi nella miniera di Zonguldak per protesta.

Sempre il partito di opposizione, 20 giorni fa, aveva chiesto al Parlamento di aprire un’ inchiesta sulla sicurezza della miniera di Soma, richiesta bocciata e conclusa con una dichiarazione del Ministro del Lavoro che aveva affermato che la miniera in questione aveva superato i controlli di sicurezza il 17 marzo.

Il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e cancellato tutte le sue visite all’estero.

 

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