AG.RF.(Claudio Peretti).15.O7.2014
“riverflash” – Come tutti ormai sappiamo bene (fa parte del sistema culturale di tutta l’umanità), ci sono varie tipologie di ladri, che derivano dalla nostra esperienza, dalla storia, dalle favole e dall’antichità. Penso si possano fare varie graduatorie, ma, partendo dal basso, troviamo il famoso “ladro di polli”. Questi è un po’ stupido, rischia la galera, ma la fame è la fame: oggi penso che questa categoria si sia ormai estinta in Italia, anche perché non ci sono più polli in giro per le strade e per i cortili delle case, oggi conviene rubare altro, che so, un telefonino, oggetto del desiderio informatico comunicativo che, come istinto di base, si è sostituito alla fame. Al secondo posto troviamo il ladro di oggetti vari, tipo lo zingaro, che si introduce nelle case per arraffare quello che trova. Anche questa categoria sta scomparendo: troppo rischioso, il rischio non vale la candela. Al terzo posto troviamo i ladri d’auto, di motorini: di solito rubano su commissione, sono organizzati, devono conoscere qualche tecnologia e quindi sono più intelligenti di quelli citati prima. Poi ci sono i ladri industriali: quelli che rubano i fili di rame (una volta sono rimasto fermo due ore ed ho perso l’aereo andando da Roma Termini a Fiumicino: era sparita la linea di potenza e il treno non poteva più procedere). Questi hanno alle spalle una grande organizzazione: dove portano le matasse di fili rubati? Chi li piazza sui mercati? Come li spediscono? Sempre parlando di ladri di materiali vari, recentemente si è parlato dei magazzinieri dell’ospedale Umberto 1° di Roma: anche questi hanno alle spalle un’organizzazione, ma sono più furbi e più disonesti: hanno un posto di lavoro cui ambirebbero molti altri e rubano a chi da loro lo stipendio, senza scavalcare fossi né muri né scassinando porte. Via via che si sale nella gerarchia dei ladri cresce l’organizzazione e cala il rischio: pensiamo ai tutori della legge, ad esempio alla Guardia di Finanza che, agevolando chi da loro le prebende, chiudono un occhio o tutti e due… Poi ci sono i ladri informatici: questi sono furbi e rischiano pochissimo, ma hanno un’ampia padronanza dell’informatica, per cui… tanto di cappello.. E che dire dei cassieri delle banche che rubano sugli spiccioli dei conti correnti dei clienti ignari? Sono ladri anche coloro che non pagano i debiti, i datori di lavoro che non pagano gli stipendi ai loro dipendenti, quelli che sfruttano le situazioni e le leggi per il proprio tornaconto…. Ma ecco che siamo arrivati al top, all’empireo della truffa, ecco che, chi è molto intelligente e vuole fare il ladro, non si mette certo a rischiare come quelli citati sopra…. No, il furbo si mette in politica, prende la tessera di un partito, si da da fare, fa il portaborse per qualche pezzo grosso e poi si ritrova lui ad essere il pezzo grosso, lui ad avere in mano le chiavi del potere, è lui che sa dove si fanno i finanziamenti, è lui che conosce gli imprenditori da sbarco e così via. I recenti fatti del Mose e dell’Expo lo dimostrano chiaramente, ma ci sono sempre stati in Italia fatti simili che sono stati spesso messi a tacere perché quelli che erano di turno al governo hanno insabbiato… (vedi Monte dei Paschi di Siena, Telecom Serbia ecc. ecc.). E allora ecco il mio consiglio: se siete svegli, furbi ed avete un po’ di pazienza, volendo intraprendere il mestiere di ladro, la politica è quello che fa per voi, lasciate perdere il resto, è più rischioso e meno redditizio! Un vecchio proverbio dice: “se rubi un pollo ti mettono in galera, se rubi una città ti fanno re”
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