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CICLISMO, TADEJ POGACAR TRIONFA NELLA LIEGI-BASTOGNE CON UNA FUGA DI 34, 7 KM

AG.RF.(redazione).22.04.2024

“riverflash” – Lo sloveno Tadej Pogacar Il fenomenale sloveno, 25enne, conquista, come nel 2021, la sua sesta classica Monumento: un attacco sulla salita di Redoute, al quale il campione del mondo non può rispondere. Dopo gli 80 km della fuga vincente alla Strade Bianche, ecco i 34,7 chilometri di attacco solitario alla Liegi-Bastogne-Liegi, il quarto Monumento della stagione, che chiude il periodo delle classiche di primavera. Tadej Pogacar fenomenale nella Liegi-Bastogne-Liegi edizione numero 110: in trionfo per la seconda volta dopo il 2021, quando si era imposto in volata davanti al campione del mondo Alaphilippe, il primo dei suoi grandi successi alla terza stagione da professionista. Lo sloveno della Uae Emirates, che ha 25 anni e guadagna sette milioni di euro all’anno (nessuno come lui al mondo), lo fa in modo diverso, con un’azione da lontano che è il suo marchio di fabbrica, e aggiunge un’altra impresa alla sua già fenomenale carriera. Precede di 1’38” il francese Romain Bardet (team Dsm) e 2’01” Van der Poel, protagonista di un grande finale negli ultimi dieci chilometri: l’iridato perde il braccio di ferro con Pogacar ma vince di forza e di orgoglio la volata del gruppetto. Decimo giorno di gara del 2024 per Pogacar e settima vittoria dopo la Strade Bianche, quattro tappe e la classifica del Giro di Catalogna, e appunto oggi la Liegi. In totale è la numero 70 in carriera. E alla Milano-Sanremo è arrivato terzo. Sono 6 dunque le Monumento per Pogacar: 2021 Liegi, 2021 Giro di Lombardia, 2022 Giro di Lombardia, 2023 Giro delle Fiandre, 2023 Giro di Lombardia e 2024 ancora Liegi. Sei come quelle di Mathieu Van der Poel, il campione del mondo che è stato schiantato da Pogacar sulla Redoute, la salita simbolo della Doyenne, come il Poggio lo è per la Sanremo e il Ghisallo per il Giro di Lombardia. È una salita di 1,6 km al 9,4%, con punte del 19%, che Pogacar rende asfissiante prima con il ritmo di Novak e poi con la sua accelerazione decisiva a 893 metri dalla cima, quando inizia il tratto più duro. Per un corridore da classiche, la lunghezza e il ritmo imposto da Pogacar trasformano la salita in un’ascesa da grande giro, con un’intensità e un’accelerazione impossibili da sostenere per chi ha una naturale esplosività su strappi molto più secchi e brevi. Pogacar va a 22 km all’ora in quei frangenti: troppo per tutti. Da ricordare che lo sloveno rientra in corsa dopo quasi un mese (il Catalogna si era concluso il 24 marzo), passato ad allenarsi in quota a Sierra Nevada in Spagna (con Ganna compagno di bici). A 30 km dall’arrivo, Pogacar ha 53” su Healy e Lutsenko, e 1’10” su Van der Poel. Queste sono le situazioni predilette da Pogacar, che poi può gestire il finale come una cronometro. Un trionfo. Al suo arrivo ha mandato in visibilio il pubblico presente.

Fonte: Gazzetta dello sport

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