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CHIUSI OGGI I REPARTI DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA IN TUTTE LE REGIONI D’ITALIA

(riverflash) – Rinviati oggi 1.100 interventi nei reparti di ostetricia e ginecologia in tutte le regioni d’Italia: infatti hanno scioperato circa 15mila ginecologi e ostetriche e sono state garantite solo le urgenze. Anche i consultori familiari e gli ambulatori ostetrici del territorio sono rimasti chiusi. L’adesione allo sciopero dovrebbe aver riguardato circa il 90% delle strutture. Intanto, contestualmente a questa situazione, si stanno svolgendo conferenze in tutti i capoluoghi regionali. Mentre a Palermo è in corso la manifestazione nazionale in cui gli specialisti di sette sigle rappresentative a cui si sono associati anche quelli iscritti ad otto sindacati generalisti dei medici, stanno rilanciando il loro appello al Governo che verrà e alle Istituzioni: si chiedono garanzie per poter lavorare al meglio in strutture sicure e moderne e nuove norme di legge per il contenzioso medico legale con tariffe controllate per le polizze assicurative. Il primo punto della denuncia degli specialisti è dunque la mancata applicazione delle disposizioni previste nel Piano nazionale per tutte le strutture dedicate alle nascite, che prevedeva indicazioni precise per la loro qualità e messa in sicurezza: dalla  guardia ginecologica e pediatrica attiva h24, ad un numero sufficiente di ostetriche nei reparti e alla predisposizione di sale operatorie vicino alle sale parto: “da allora, è stato fatto poco o nulla e in molte regioni si riesce solo ad andare avanti con la disponibilità e con gli straordinari”. Il secondo punto invece, così come è emerso dalla manifestazione, riguarda nuove regole in campo assicurativo. “Oggi, se un ginecologo si vuole assicurare, le compagnie o non lo assicurano, o stipulano polizze con premi elevatissimi che possono arrivare fino a 30mila euro l’anno. Oltretutto si tratta di cifre enormi, che non possono essere scaricate dalle tasse.” A tale proposito anche Carmine Gigli, presidente della Fesmed federazione a cui aderiscono i ginecologi), ha voluto dire la sua: “in questo quadro le nuove norme introdotte dalla legge 189/2012 (legge Balduzzi) sono insufficienti e manca ancora il previsto decreto presidenziale sul nuovo Fondo assicurativo per il quale mi risulta siano ancora in alto mare. Il ministero della Salute da parte sua mi ha detto di aver provato una mediazione fino all’ultimo, la quale però è naufragata davanti ad un clima di rigidità e di volontà di non tornare sulla decisione presa”.

AG.RF (MP) 12.02.2013

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