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CASSAZIONE: NIENTE CARCERE AI GIORNALISTI NEL CASO DI DIFFAMAZIONE

cassazioneAG.RF  17.03.2014 (ore 16:10)

(riverflash) – Niente carcere ai giornalisti se si limitano a commettere il reato di diffamazione. Questo il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio alla Corte di appello di Brescia, solo per la sanzione, la condanna al carcere nei confronti del direttore e di un giornalista de «La Voce di Romagna».

Il carcere, dicono i Supremi giudici, può essere previsto solo in presenza di “circostanze eccezionali”, perché in caso contrario non viene assicurato ai giornalisti il ruolo di “cane da guardia”.
I giudici ricordano che la Corte europea dei diritti dell’uomo, in base alla convenzione sulla libertà di espressione, esige “la ricorrenza di circostanze eccezionali per l’irrogazione, in caso di diffamazione”, della condanna al carcere “sia pure condizionalmente sospesa”.

In Italia il finanziamento pubblico concesso all’editoria crea figure ambigue, perché una testata libera e indipendente non dovrebbe essere sovvenzionata da editori-padroni e tantomeno da partiti. Può succedere che chi attacca un movimento politico è in effetti sovvenzionato anche dagli elettori di quella parte politica. Se la testata, invece, si sovvenzionasse con le vendite, le pubblicità e i passaggi web, allora sarebbe libera di attaccare chiunque nel rispetto delle regole e senza infrangere la legge.

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