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CASA AL COLOSSEO, ASSOLTO SCAJOLA

AG RF FT 27.01.2014 h 22.45

scaj(RIVERFLASH)- Assoluzione per Claudio Scajola perchè “il fatto non costituisce reato”. E’ la sentenza emessa dal giudice del tribunale di Roma Eleonora Santolini a carico dell’ex ministro e dell’imprenditore accusati di concorso in finanziamento illecito per la compravendita dell’immobile di via del Fagutale, a due passi dal Colosseo. “Tre anni e 9 mesi di sofferenza che nessuno mi restituirà più”, ha commentato a caldo Scajola, spiegando di essersi “dimesso da ministro perchè mi sono reso conto che qualsiasi cosa dicessi per difendermi non risultava credibile anche se era la verità. Mi hanno attaccato da tutte le parti e così ho preferito fermarmi, aspettare e stare zitto”. Dopo aver incassato i complimenti, via cellulare, di Berlusconi, Confalonieri e Ghedini, Scajola ha ribadito di aver “sempre rispettato la magistratura: come ho scritto questa mattina in un sms a mia moglie, la verità prima o poi viene fuori. Così è stato, anche se mi ha fatto male non essere mai creduto. Se torno in politica? Adesso devo pensare alla mia famiglia”. La procura aveva chiesto la condanna dei due imputati a tre anni di reclusione e al pagamento di una multa pari a due milioni di euro ciascuno.

“Meglio di così non poteva andare”, ha ammesso l’avvocato Giorgio Perroni che con la collega Elisabetta Busuito ha difeso l’ex titolare dell’Interno e dello Sviluppo economico: “già la prescrizione copriva questa vicenda ma l’assoluzione nel merito evidenzia un’innocenza che noi abbiamo sempre affermato”. Poco prima, concludendo il proprio intervento, il penalista aveva detto che “questa vicenda ha cancellato Scajola dalla vita politica italiana. Oggi lui non e’ più nessuno. Ma in questa storia non c’è alcuna prova della sua colpevolezza”. “Si vergognino e chiedano scusa coloro che lo hanno ignobilmente colpito”, ha ”twittato” Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, mentre l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha puntato l’indice contro la “gogna mediatica patita in questi anni”: l’assoluzione di Scajola, “per chi lo conosce e ne apprezza le qualità umane e la sagacia politica, era un evento atteso”.

Per Raffaele Fitto, all’ex ministro sono state “restituite e riconosciute” le ragioni giuridiche, ma “ciò che non potrà essergli restituito è il dolore per un triennio di attacchi politici e personali devastanti”. Negli ultimi quattro anni quel palazzo con vista su uno dei monumenti piu’ famosi del mondo ha rappresentato per Scajola un vero e proprio incubo. Quando la storia della compravendita fini’ sui giornali, Scajola decise di abbandonare la vita politica per concentrarsi sul versante giudiziario. “Sono diventato famoso per aver detto che quell’immobile fu acquistato ‘a mia insaputa’. Espressione da me mai pronunciata, si è difeso Scajola in tribunale, senza mai mancare a un’udienza. Io posso dire di aver comprato l’appartamento, con rogito del luglio 2004, versando assegni per 700mila euro alle sorelle Papa, le due proprietarie, che mi consegnarono le chiavi. Ci vedemmo, per mia comodità, nella sala riunioni del mio ministero. Pagai e andai via per proseguire il mio lavoro di ministro. Sono rimasto molto perplesso quando, dalla lettura dei giornali e delle carte processuali, ho visto che il prezzo della casa era quasi triplicato”. Ora quale sarà il destino della casa? L’ex ministro, da quando è caduto in disgrazia, ha sempre detto di non averci più abitato. Anzi, avrebbe cercato di venderla senza riuscirci, colpa anche della risonanza mediatica che ha fatto scappare i possibili acquirenti. Ora, con l’assoluzione in tasca, tutto potrebbe cambiare.

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