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BUFERA EXPO’: 7 ARRESTI PER TANGENTI, UNA CUPOLA PILOTAVA GLI APPALTI

AG.RF.(MP).05.05.2014

 “riverflash” – Turbativa d’asta e corruzione. Con questa accusa sono finite in carcere 7 persone parte integrante di una vera e propria “cupola” che ha “gestito” per almeno 2 anni, a suon di mazzette, i più importanti appalti in Lombardia, comprese alcune gare per l’Expò 2015. Dall’inchiesta emerge un inquietante quadro, per cui in Lombardia, si sarebbe creata una “organizzazione” per condizionare gli appalti, una vera e propria “cupola” appunto,  che avrebbe promesso “avanzamenti di carriera” a manager e pubblici ufficiali grazie a “protezioni politiche”. Per il pm Antonio D’Alessio si tratta di un’associazione che aveva potere in vari settori dell’amministrazione, oltre ad appoggi e importanti agganci con ambienti politici che hanno permesso loro di poter avvicinare pubblici ufficiali. Al momento il gip Fabio Antezza, ha firmato 6 avvisi di custodia cautelare in carcere e uno per gli arresti domiciliari; tra i nomi  figurano, l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana, Gianstefano Frigerio, l’intermediario Sergio Cattozzo, l’imprenditore Enrico Maltauro e l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni (ai domiciliari), con l’accusa di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Rispunta fuori il nome di Primo Gregantigreganti, il Compagno G. Balzò all’attenzione della cronaca mentre imperversava la bufera di Mani Pulite che finirà per travolgere le forze politiche della cosiddetta Prima Repubblica. Greganti, fino a quel momento un oscuro funzionario del Pci-Pds, venne accusato dalla procura di Milano di mazzette per 621 milioni di lire dal Gruppo Ferruzzi. Nelle carte dell’inchiesta sono finiti anche i nomi di Silvio Berlusconi, Gianni Letta e Cesare Previti, che però non risultano indagati. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha subito commentato la vicenda, affermando: “Chi, pur avendo vinto un appalto o lavorando per l’Expo o per il Comune di Milano, non denunci un tentativo di corruzione o un episodio violento, sarà estromesso immediatamente, e perderà l’appalto; rimango comunque convinto che Tangentopoli abbia smantellato il sistema corruttivo per cui per ogni appalto una parte dei soldi andava ai partiti politici o a gruppi di potere”. Insomma si tratterebbe di un’altra Tangentopoli che continua ad imperversare e “gli arresti non fanno che confermare ciò che ho sempre affermato: come prima e più di prima Tangentopoli esiste eccome ed è assolutamente necessario che torni una nuova ‘mani pulite’”, ha affermato Antonio di Pietro, colui il quale è stato il leader dell’anticorruzione negli anni ’90, mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha voluto solo commentare in merito alla vicenda: “la politica non deve mettere il becco nel lavoro dei magistrati: la buona politica fa il suo lavoro e non si occupa di cosa fa la magistratura”….. ma noi tutti italiani sappiamo purtroppo che non è così….

 

 

 

 

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