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BUDAPEST: MONDIALI DI ATLETICA 2023: GIANMARCO TAMBERI VINCE LA MEDAGLIA D’ORO

AG.RF.(redazione).23.08.2023

“riverflash” Una medaglia cercata, voluta, ottenuta: Gianmarco Tamberi ha vinto di nuovo la medaglia d’oro nel salto in alto maschile ai Mondiali di atletica leggera a Budapest. Il “nostro” campione ha trionfato con la misura di 2,36, dopo una gara difficile: infatti ha fallito la misura di 2,25 al primo tentativo, al secondo. Ha superato poi 2,29 al primo tentativo, 2,33 alla prima prova e si è ripetuto ancora superando i 2,36 al primo tentativo. L’estenuante sfida è stata con lo statunitense JuVaughn Harrison, che ha superato 2,36 al secondo tentativo. Entrambi hanno fallito al primo e al secondo salto a 2,38 e il  terzo errore di Harrison ha regalato il titolo a Tamberi. Bronzo per il 32enne qatariota Mutaz Essa Barshim con 2,33. Per l’Italia è la terza medaglia nella rassegna iridata ungherese, la prima d’oro, dopo l’argento di Leonardo Fabbri nel lancio del peso e il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia. Dopo il trionfo olimpico a Tokyo nel 2021 e i due successi europei del 2016 e 2022, Tamberi ha completato così una prestigiosa tripletta, riuscita nella storia dell’atletica azzurra solo ad Alberto Cova nei 10.000 metri. La medaglia d’oro esalta l’atleta azzurro, che quando ha capito di aver vinto l’unica medaglia d’oro che gli mancava, detenendo così i tre titoli più importanti della sua specialità, quello nazionale, quello alle Olimpiadi (Tokyo 2022) e quello agli Europei (indoor Glasgow 2019 e aperto Amsterdam 2016-Monaco di Baviera 2022) – è corso così ad abbracciare e baciare la moglie Chiara (sposata lo scorso settembre a Pesaro) in tribuna. “Pazzesco e non riesco neanche a sentirmelo dire che sono campione del mondo – ha commentato Tamberi a fine gara – è una sensazione unica, riuscire a battere atleti che sembrano superiori:  prima della gara – ha aggiunto – ho fatto un ottimo riscaldamento, uno dei migliori della mia vita, e avrei potuto solo distruggere tutto con la mia testa. Conosco gli avversari, sapevo che poteva servire più di 2,38 per vincere. Ho cercato di essere me stesso in pedana, di rimanere concentrato, e a 2,36 mi sono reso conto che era un possibile un match point. Se c’è un’opportunità, devi mettercela tutta. Mi sento ripagato di tutti i sacrifici fatti, so quanto ho investito nel mio team e questo non è uno sport individuale, se c’è un lavoro di squadra che richiede tanta dedizione. Quando si cambia guida tecnica dopo dodici anni si esce dalla comfort zone e la paura è tanta, mi sono caricato di tante responsabilità, sono felice”.

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