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BRACCIANO, LA STRADA E GLI AUTOMOBILISTI

di Ylenia Costa (AG.RF 26.06.2016 ore 16.45)

(Riverflash) Le elezioni municipali si sono ormai concluse e, come in molti hanno notato, a Bracciano (Roma), alla vigilia del ballottaggio qualcuno si è preso la briga di correre a tappare l’infinita miriade di buche e voragini che affliggono la rete viaria del

buche_Bracciano

Bracciano – buche stradali riparate alla carlona

comune. Si spera che sia soltanto una coincidenza, anche se l’esperienza insegna ai cittadini che per ottenere un minimo di considerazione civica e logistica, bisogna arrivare sempre a ridosso di una tornata elettorale.

Di recente, avevamo già parlato delle disastrose condizioni in cui versava il manto stradale nel territorio e ora dobbiamo puntualizzare che quanto è stato fatto non è che un “rimedio alla buona”, un lavoro raffazzonato che senz’altro cederà strutturalmente col primo forte acquazzone. Quindi si auspica che il nuovo sindaco Tondinelli, al quale facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, preveda fra i progetti improcrastinabili del Comune di Bracciano un graduale ma profondo riassetto delle strade, con una seria asfaltatura delle sedi nella loro interezza.

Però, se le vie della cittadina intravedono l’alba di giorni migliori, che si spera non subiscano annuvolamenti ed eclissi, si deve purtroppo segnalare il tramonto inesorabile dell’educazione stradale, soprattutto da parte di tanti, troppi automobilisti che, una volta acquisita la sospirata patente di guida, archiviano ad oltranza e per tutta la vita le scarse nozioni imparate a forza, al fine di superare gli esami della Motorizzazione Civile (quando poi li hanno sostenuti!), e cominciano tranquillamente a creare caos e anarchia sulle nostre strade. Sono più di quanti si pensi perché, a dispetto dei dati statistici sugli incidenti veri e propri, vi è una miriade di piccoli “incidenti”, di sgarbi e di doli non denunciati e che spesso passano inosservati, salvo per coloro che ne subiscono le conseguenze, anche ma non soltanto sul piano economico.

Quattro giorni fa, una corriera del COTRAL si è messa a suonare ripetutamente le sue trombe squillanti, nel pieno centro di Bracciano Due, per richiamare l’attenzione del proprietario di una piccola utilitaria, “parcheggiata” di traverso nel bel mezzo della carreggiata. Poi, visto che non si vedeva arrivare nessuno, l’autista ha calcolato perfettamente lo spazio disponibile ed è riuscito a passare fra

Bracciano_parcheggi

Parcheggio alla carlona

l’automobile e le vetture parcheggiate regolarmente. Che cos’era accaduto? Facile: in barba alle regole insegnate in qualsiasi autoscuola e sui manuali di apprendimento del Codice stradale, la conducente dell’utilitaria aveva parcheggiato a spina dinanzi al negozio in cui doveva recarsi, lasciando tuttavia l’auto col cambio in folle e priva di freno a mano. Per fortuna, la pendenza rispetto al piano stradale era minima, altrimenti avrebbe dovuto inseguire la sua auto per decine o centinaia di metri… oppure constatare lo schianto contro un albero o un altro veicolo.

Perché, ci si chiede, chi guida pensa di sedersi sul triciclo di un bambino, inseguendo aquiloni e caramelle? Possibile che non vi sia la benché minima cognizione della responsabilità e dei pericoli cui si va incontro utilizzando un mezzo di trasporto che non è intelligente di per sé? Dunque, perché così tante persone pretendono che lo sia? L’automobile, a differenza del suo guidatore, che si suppone dotato di materia grigia, non può calcolare se si trova in piano o in discesa. Se il conducente che effettua una sosta non tira mai il freno a mano e non ingrana la marcia giusta (la prima se non deve arretrare, la retromarcia se non deve avanzare), come può pretendere che la sua vettura non si sposti quand’è ferma in pendenza? Non si sa. Eppure, malgrado queste siano regole ben previste dal Codice e anche piuttosto ovvie, sì e no la metà degli automobilisti le osserva davvero. Non è la prima volta che vediamo autovetture risalire o discendere una via per conto proprio e, in un paese costruito sulle colline, il parcheggio in pendenza è tutt’altro che raro.

Ma non si tratta soltanto di questo, magari fosse! Ormai è norma comune chiacchierare al telefono per fatti privati o professionali anche se il Codice stradale prevede, se non un apparecchio a viva voce, almeno un misero auricolare da dieci euro… Invece, un Braccianese su tre si distrae parlando col famigerato telefonino in una mano e la leva del cambio nell’altra, a volante libero, mentre cerca di attraversare un incrocio o di effettuare una svolta nel traffico dell’ora di punta. E, ai Vigili Urbani che comminano multe in tal senso, arrivano richieste di stralcio del verbale con pretesti del tipo: “Non era il cellulare, mi stavo grattando un orecchio”… come se poi i tabulati telefonici non fossero “carta che canta”. Ma, per quieto vivere, forse si chiude un po’ troppo gli occhi.

Da diversi anni, anche Bracciano si è dotata di una serie di rotatorie per snellire e agevolare la circolazione dei veicoli, eliminando così parecchi semafori (con relative spese di gestione e manutenzione). Purtroppo, a una buona percentuale di Braccianesi sfugge il sacrosanto concetto che la rotatoria segue in Italia le medesime regole della viabilità europea, secondo le quali chi vi entra deve dare precedenza a chi la sta già percorrendo. Invece, è sistematico il “taglio della strada” da parte di persone che hanno tanta, tanta fretta e non possono assolutamente attendere, fermandosi allo stop, che quei tre o quattro veicoli in arrivo passino dinanzi a loro. Anzi, pare quasi che aspettarli e accodarsi sia un’onta da lavare col sangue. Così, è tutto un fiorire di sgarbi e di violazioni del codice, con relative arrabbiature e sonore strombazzate (sempre in ambito cittadino e con disprezzo della quiete pubblica).

Lo stesso dicasi per coloro i quali, immettendosi da una complanare o ad un incrocio, non soltanto si buttano in mezzo come in una gara di tricicli fra mocciosi, ma agitano pure il pugno o il dito medio se protesti perché non rispettano il Codice stradale. Ogni tanto qualcuno chiede scusa per il pericoloso sgarbo ma, incredibilmente, è una severa minoranza. E se ti azzardi a protestare indicando il loro segnalatore di direzione, inesorabilmente spento, ti rispondono pure: “La freccia è roba da indiani!”.

Infine, vogliamo parlare degli sportelli braccianesi? No, non quelli degli uffici pubblici, sui quali immagino ci sia ben altro da dire.
Parliamo degli sportelli dell’automobile, quelli che, con estremo disprezzo della proprietà altrui, vengono spalancati di botto e con violenza per tutto l’angolo di corsa concesso dai cardini; questi Sportelli Prepotenti ignorano senza scrupoli qualsiasi autovettura, muro, albero o altro impedimento si trovi nel loro raggio d’azione.
Ché se poi i “distratti” automobilisti con ospiti aggiunti si sfasciano la carrozzeria per fatti loro, pazienza. Ma quando il danno è reiterato contro la proprietà di altre persone, la pazienza va a farsi un bagno. Si ha ben voglia di portare l’auto dal carrozziere per rifare la verniciatura dopo anni e anni di sbucciature subite nei parcheggi, graffi, tagli, sportellate a go-go e abbozzature varie… Basta tornare a utilizzare i parcheggi comunali di Bracciano (per la maggior parte a pagamento, in violazione di una normativa ben precisa), e che fra l’altro sono alquanto stretti, forse al fine di poterne ricavare di più, ed ecco che, nel giro di pochi mesi, la povera carrozzeria torna alla situazione precedente, di nuovo devastata da graffi e sportellate. Ma di recente abbiamo visto addirittura certi signori scrivere a penna sul cofano di un’automobile della quale non erano proprietari… Ecco la “civiltà” in cui siamo costretti a vivere quotidianamente.

Chi scrive si è abituata ormai a cercare parcheggi il più possibile distanti o isolati dalla massa dei veicoli, ben sapendo quanto l’incuria e la cronica imperizia nelle manovre di parcheggio induca così tanti Braccianesi a rovinare gratuitamente la propria e le altrui proprietà. Dispiace di dover dire certe cose ma, come tutti, quando si viene toccati nel portafogli, che poi tanto gonfio non è più, diventa doveroso sottolineare il cattivo comportamento civico di certe persone, che forse non sarà mai sanzionato da un tribunale ma di sicuro definirà molto bene il menefreghismo e la gretta superficialità dei responsabili, i quali si guardano bene dal segnalare al malcapitato di turno la propria identità per risarcire il danno arrecato. Quando, una volta, accadde a un membro della mia famiglia, che lasciò il suo biglietto da visita per farsi addebitare i danni, la persona danneggiata gli chiese se provenisse da un altro pianeta… Per dire quanto sia rara, se non unica, l’onestà delle persone.

Ci sarebbe veramente tanto da discettare sull’argomento e ciascuno di noi avrà senz’altro brutti ricordi al riguardo ma qui si vuole sottolineare che la questione dell’urbanità di un’intera popolazione si misura anche dai piccoli gesti quotidiani, dal RISPETTO che ciascuno dimostra nel trattare con le altre persone e con le loro cose. Perché non c’è alcun merito nel lustrare e abbellire il proprio spazio vitale (casa, giardino, auto, ecc.) se poi non si tiene nel debito conto quello degli altri e della cosa pubblica. Il livello di civiltà di una popolazione, per grande o piccola che sia, si deduce soprattutto da questi “particolari”.

 

1 Commento »

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Una Risposta a “BRACCIANO, LA STRADA E GLI AUTOMOBILISTI”

  1. 1

    Elvis dice:

    Tutto molto vero. Quello che manca è rendersi conto che non si è soli a questo mondo, ma in una comunità di esseri che hanno i nostri stessi diritti e doveri. Dovremmo imparare a rispettare gli altri.
    Forse bisognerebbe reintrodurre una materia ormai sconosciuta ai ragazzi………EDUCAZIONE CIVICA. Facendola studiare e mettere in pratica sul serio.

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