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A BOLOGNA TRASCRIVONO IL MATRIMONIO TRE COPPIE OMOSEX, MA NON HA EFFETTI LEGALI

logiudiceAG.RF 16.09.2014 (ore 09:40)

(riverflash) – Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico, si è presentato ieri al Comune di Bologna insieme al marito Michele Giarratana per trascrivere il loro matrimonio avvenuto all’estero. Lunedì 15 settembre è una data storica in Italia perché il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha dato il via al riconoscimento di uno stato di fatto, anche se per la legge italiana non è ancora un’equiparazione al matrimonio contratto in comune e/o in chiesa da un uomo e una donna. Lo dice chiaramento il senatore Lo Giudice: “Questo atto non ha effetti giuridici. Non c’è un riconoscimento degli effetti civili. Ha l’effetto di evidenziazione pubblica di un atto, è un ulteriore tassello verso il riconoscimento pieno dei diritti. Bologna è un apripista nei confronti di tanti altri Comuni italiani che mi auguro vorranno seguire questo esempio. La famiglia è una costruzione sociale che cambia, è infatti sottoposta a mutamenti culturali e sociali a cui prima o poi le istituzioni giuridiche dovranno uniformarsi”. Giarratana e Lo Giudice sono genitori di un figlio (con loro in carrozzina nella foto), partorito negli USA grazie a un utero in affitto, che era con loro.

Sono state tre le coppie omosessuali che hanno trascritto a Bologna il 15 settembre il loro matrimonio, già celebrato all’estero. A inaugurare questo prassi sono state Rebecca Hetherington ed Eleonora Tadolini, la prima coppia che si è presentata all’Anagrafe del Comune felsineo.

Contro la decisione del sindaco di Bologna ha preso posizione il prefetto, Ennio Mario Sodano, che ha scritto al Comune chiedendo di ritirare il provvedimento, in quanto non previsto dall’ordinamento italiano. Virginio Merola, tuttavia, tira dritto per la sua strada incurante delle richieste di Sodano: “Questi atti non rappresentano il riconoscimento giuridico degli effetti civili del matrimonio. Se così fosse, il prefetto avrebbe buone ragioni per dichiarare nulli questi atti. La nostra è una battaglia di civiltà, per cui non revoco il provvedimento e se riterrà opportuno interverrà il prefetto”.

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