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BLACK HUMOR ITALIANO CON “IL VOLTO DI UN’ALTRA”

(riverflash) – Esce questo fine settimana “Il volto di un’altra, regia di Pappi Corsicato (Nastro d’Argento come miglior regista esordiente, 1994), con Laura Chiatti ed Alessandro preziosi (più belli che bravi!), è un film particolare dove il “grottesco” di Almodovar si mischia con il “noire” di Hitchcock, ma molto alla lontana. In particolare dal punto di vista estetico, che illumina i punti deboli dell’odierna società esponendone la parte oscura, quella – letteralmente – viscerale, debole e facilmente influenzabile da mode e pensieri altrui, e che si lascia vendere e comprare in nome di nuovi abbaglianti miraggi di gloria. Una società inevitabilmente condannata a finire in un gabinetto, ricoperta di “materia organica” maleodorante. Una pioggia liberatoria, certo, ma non catartica, perché di recente la realtà ha superato di gran lunga la commedia e Corsicato – suo malgrado – non rivela nulla di sconvolgente. Semmai offre qualcosa su cui riflettere. Seriamente.

Corsicato è tra i pochi registi italiani che sanno creare personaggi e situazioni per nulla convenzionali. E anche in questo film di personaggi bizzarri ce ne sono tanti. A cominciare dai protagonisti. Bella (Laura Chiatti) è la conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia plastica, e Andrea (Alessandro Preziosi), suo marito e medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti.
Ma il mondo della tv certe volte non perdona: un giorno il volto di Bella non viene più considerato interessante e i produttori la licenziano.
A cambiare le carte in tavola arriva un balordo incidente che sfigura la donna, trasformandola da soggetto a oggetto del bisturi. Questo, almeno, è quello che sembra, ma lo spettatore e con lui un curioso idraulico (Lino Guanciale) scopriranno che la realtà è ben diversa e che forse esiste proprio per essere manipolata.

Corsicato, che ha sceneggiato il film insieme a Monica Rametta e Gianni Romoli, gira il coltello nella piaga dell’apparenza, del compromesso con l’artificio pur di sembrare quello che non si è.

Il mito dell’apparenza visto con ironia, un film sicuramente da vedere anche se poteva essere meglio.Quasi come se a Corsicato interessi di più mostrarci le sua abilità (e di ostentazioni non ha certo bisogno, visto il valore della sua cinematografia), che non lo sviluppo della storia e la psicologia dei personaggi.
Alla fine “Il volto di un’altra” seduce più sul piano visivo, enfatizzato dalle sfumature cromatiche in stile melodramma americano anni cinquanta ed improvvisi intermezzi musicali e scene in bianco e nero alla “Parla con lei” di Almodóvar, che non su quello dei contenuti. Gli attori sono ben guidati più per la mano del regista, più per la fotografia che per propria bravura, ma, lo ripetiamo, si gusta volentieri.

lobo – (AG-RF) – 12.04.2013

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