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BERLINO CELEBRA I 25 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO

berlino 2di Andrea Pranovi (AG.RF. 12.11.2014) (ore 13,25) (riverflash) – Il 9 novembre del 1989 crollava il Muro di Berlino. Il 9 novembre del 2014, a venticinque anni di distanza, la capitale della Germania celebra uno dei più importanti eventi del Novecento. Alla Porta di Brandeburgo, davanti a circa due milioni di persone, è stata ricordata la caduta del Muro, che dal 1961 aveva diviso non solo la parte est della città dalla parte ovest e la Repubblica Democratica Tedesca dalla Repubblica Federale Tedesca: il Muro, simbolo della guerra fredda tra Stati Uniti e Urss, rappresentava la cosiddetta “cortina di ferro” che separava il mondo occidentale e il blocco sovietico. Una contrapposizione economica, militare, politica, ideologica e culturale. Una contrapposizione che quel 9 novembre 1989 subì un colpo decisivo: la folla che invase le strade di Berlino est e oltrepassò il Muro segnò la successiva riunificazione della Germania, il crollo del comunismo e la fine della guerra fredda.

Le immagini festose dei cittadini tedeschi che venticinque anni fa camminavano sul Muro davanti alla Porta di Brandeburgo scorrono nei maxischermi installati nelle principali vie di Berlino. Ed è proprio sul celebre monumento che sulle note dell’Inno alla gioia di Beethoven, suonato dall’Orchestra nazionale tedesca diretta da Daniel Barenboim, viene proiettata la parola “freiheit”: libertà. Oltre settemila palloncini luminosi, che per tre giorni hanno riprodotto il percorso del Muro lungo 15 chilometri, vengono liberati in aria. Peter Gabriel, voce storica dei Genesis, canta Heroes, brano inciso nel 1977 a Berlino da David Bowie, che racconta la storia di due amanti divisi dal Muro. In piazza ci sono anche i giovani, che animano la serata ballando al ritmo delle sonorità techno del deejay Paul Kalkbrenner.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo aver deposto una rosa nelle lastre del Muro che ancora si ergono sulla Bernauerstrasse in omaggio a coloro che persero la vita nel tentativo di lasciare la Germania dell’Est, definisce il 9 novembre 1989 come “il giorno in cui il sogno divenne realtà”, precisando che “nella nostra Storia tedesca il 9 novembre ci ricorda anche altro: la Notte dei Cristalli, l’orrido pogrom nazista che ferì il mondo e ferì Berlino oggi di nuovo unita. Allora festeggiamo con gioia ma anche con la Memoria. E pensando alle sfide comuni del presente e del futuro nel mondo globale”. Presenti alle celebrazioni anche i Nobel per la Pace Lech Walesa, fondatore del sindacato polacco Solidarnosc, e Michail Gorbaciov, presidente russo ai tempi della caduta del Muro. Secondo quest’ultimo, “il mondo è sull’orlo di una nuova guerra fredda”. Attraverso Twitter papa Francesco, utilizzando l’hashtag creato appositamente per la ricorrenza, si rivolge “a tutte le persone di buona volontà” chiedendo di “contribuire a creare una cultura dell’incontro, della solidarietà, della pace”.

Berlino è una città che ha cambiato volto: da città divisa a capitale della prima potenza economica europea. Alexanderplatz, cuore della Berlino Est, ricca di simboli dell’architettura socialista, è oggi un immenso centro commerciale, dove compaiono anche alcune delle più grandi multinazionali. Il Checkpoint Charlie, uno dei posti di blocco in prossimità della linea di confine tra i due settori della città, è divenuto un’attrazione turistica, a pochi passi dal Mauer Museum, in cui si trovano documenti e immagini che raccontano la storia del Muro. A Postdamer Platz, famosa anche per le scene del film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino, non c’è più il Muro: dopo la riunificazione della Germania nella piazza sono stati costruiti nuovi edifici che l’hanno ridisegnata, tra cui la Debis Haus dell’architetto italiano Renzo Piano e il Sony Center, progettato da Helmut Jahn. La sezione di Muro più lunga ancora esistente è rappresentata dai 1300 metri rimasti in piedi sulla Muhlenstrasse: dopo il 1989 il grigio del cemento è stato ricoperto da più di cento graffiti, in gran parte inneggianti alla pace e alla libertà, che compongono la East Side Gallery. Eppure, nonostante le tante trasformazioni, Berlino porta ancora con sè il ricordo di quel Muro che segnò la storia. La stessa storia che cambiò profondamente quel 9 novembre del 1989.

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