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BANKITALIA E UPB CONTESTANO LA MANOVRA: STIME TROPPO OTTIMISTICHE – SALVINI-DI MAIO: INDIETRO NON SI TORNA

AG.RF.(redazione).10.10.2018

“riverflash” – Ieri lo spread è arrivato a 315 punti e Bankitalia ha manifestato tutto il suo scetticismo, insieme all’Ufficio Parlamentare del Bilancio, sulla nuova manovra finanziaria. La paura è quella che il governo non riesca a tenere sotto controllo i conti, tuttavia Di Maio e Salvini insistono: “Tiriamo avanti, la manovra non cambia perché altrimenti tradiremmo gli italiani», dicono a sera davanti a Palazzo Chigi prima di dare avvio a un nuovo vertice. Quella di ieri è stata una giornata di audizioni in Parlamento: si è parlato delle nota di aggiornamento al Def e le critiche sono state rivolte in particolar modo alla qualità delle misure scelte, e ancora tutte da scrivere in vista della presentazione della legge di bilancio, ma anche al quadro programmatico. Bankitalia boccia l’operazione che nel suo complesso definisce «modesta» e prende di mira una delle misure chiave promossa da Lega e 5S, la riforma della legge Fornero. Ma i due vice premier non ci stanno e intendono andare avanti, come più volte annunciato: nello specifico Di Maio ha dichiarato «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma. Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Indietro non si torna». Anche la Corte dei Conti si è fatta sentire criticando l’esecutivo, ma secondo Giuseppe Conte, “si tratta di un allarme ingiustificato:  puntare sulla crescita non è in contrasto, è il leit motiv delle audizioni, con il rispetto della disciplina di bilancio”. Ma la Corte dei Conti insiste sul fatto che la possibile crescita è stata sovrastimata e anche l’UpB è convito che ci sarà un giudizio negativo da parte di Bruxelles: uno stop che non è vincolante ma che porterà portare il ministro Tria, in partenza per il Fmi a Bali, di nuovo davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato nella mattinata di domani. A lui poi la scelta: correggere le stime o confermarle, assumendosi la responsabilità di inviare in Europa un documento privo dell’approvazione dell’autorità italiana dei conti pubblici.

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