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BANCHE-EFFETTO BREXIT, RENZI: “TRANQUILLI, L’ACCORDO COMPATIBILE CON LE REGOLE SI PUO’ FARE”.

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AG.RF.(MP).12.07.2016

“riverflash” – L’argomento banche – effetto Brexit, sta tenendo banco in questi giorni sui tavoli italiani e europei. E proprio sull’argomento è intervenuto ieri Matteo Renzi, che ha spiegato come “la  questione va affrontata e risolta e ci sono tutte le condizioni per farlo, anche con interventi, quali le fusioni: le banche devono fondersi, in particolar modo, quelle popolari”. Ed ha anche ribadito che “un accordo compatibile con le regole attuali è assolutamente a portata di mano”. Il ministro Padoan è intervenuto sull’argomento, affermando che “Le banche europee e italiane non sono all’ordine del giorno né dell’Eurogruppo né dell’Ecofin” e ha aggiunto che “il governo italiano sta lavorando per predisporre, e in parte lo ha gà fatto, strumenti precauzionali che come indica la parola,  saranno usati solo se necessario”. Inoltre egli ci ha tenuto a precisare che “I risparmiatori saranno salvaguardati dal Governo italiano, i contatti con le autorità europee continuano positivamente come sempre è stato in questo periodo”. Precisando poi  di non essere a conoscenza del piano da 150 miliardi evocato da Deutsche Bank, il ministro ha spiegato che “c’è già uno strumento per la liquidità, vedremo altri strumenti sempre di tipo precauzionale”. Resta però il problema che in ogni caso, le banche italiane “soffrono” e tale sofferenza potrebbe diventare ancora più grave, proprio a causa dell’uscita del Regno Unito dalla Ue. Il sostegno finanziario pubblico è ammesso dalla normativa Ue solo a fronte di circostanze eccezionali, quando emergono effetti significativi sull’economia. Insomma, le regole sono chiare e si possono affrontare, “In fondo la crisi delle banche italiane è legata alle sofferenze, non è acuta e questo ci dà il tempo di trovare una soluzione” ha spiegato Jeroen Dijsselbloem, politico olandese membro del Partito del Lavoro(PvdA) e Ministro delle Finanze nel governo Rutte, “I banchieri non devono chiedere denaro pubblico per risolvere i problemi, perché questi devono essere risolti nella banche e dalle banche”.

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