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Azzedine Alaïa, lo studio parigino sarà presto un museo

di Valentina Riso (AG. RF. 27.04.2023) Lo studio privato di Azzedine Alaïa aprirà presto al pubblico. Lo spazio, rimasto chiuso dalla morte dello stilista tunisino, avvenuta nel 2017, diventerà infatti un museo gestito dalla Fondazione Azzedine Alaïa, diretta da Olivier Sailard. I visitatori potranno quindi scoprire lo spazio di lavoro del couturier, fondatore dell’omonima maison oggi guidata dallo stilista belga Pieter Mulier.

L’inaugurazione dello studio era avvenuta lo scorso 26 febbraio, giorno della nascita di Alaïa, ed era stata l’occasione per svelare il lavoro fotografico di Thomas Demand, i cui scatti hanno immortalato lo stilista alle prese con le proprie creazioni. “I visitatori potranno ora scoprire lo studio di Azzedine Alaïa attraverso una finestra e immaginare il couturier al lavoro, di giorno o di notte, nella sua tana, ma anche sognare sessioni di fitting con le più belle modelle del mondo”, ha precisato la fondazione.

Quello di Alaïa è stato un lungo percorso professionale: dalla gavetta iniziata con gli studi di scultura presso l’Accademia di belle arti di Tunisi fino al trasferimento a Parigi nel 1957, dove inizia a lavorare come assistente presso gli atelier di Guy Laroche nel 1961 e, in seguito, di Christian Dior. Apre il suo primo atelier sulla Rive Gauche nel 1963 e inizia a tessere amicizie con dive assolute, in primis Greta Garbo. Nel 1979 ha realizzato invece la prima linea prêt-à-porter che presenterà nel 1981 nel suo appartamento di Rue de Bellechasse. Nel 1982, raggiunge il successo internazionale in seguito a una sfilata a New York. Negli ultimi anni invece, il couturier aveva deciso di tirarsi fuori dai calendari ufficiali presentando le sue collezioni prêt-à-porter seguendo i suoi tempi.

«Questo è il luogo più intriso della memoria di monsieur Alaïa, ogni angolo di questa stanza racconta del suo lavoro ma anche dell’uomo che era», si legge in una nota della fondazione. Dal 2017, lo studio è rimasto invariato, i righelli sono ancora su un tavolo. Sul muro di mattoni rossi, invece, ci sono le foto degli amici di una vita, delle muse e delle icone che hanno accompagnato e sostenuto Azzedine Alaïa nello sviluppo della sua arte. Da Arletty a Tina Turner, Naomi Campbell, Veronica Webb, Stephanie Seymour, Carla Sozzani, Michèlle Obama, Shakira, Bruce Weber fino a Charles Baudelaire.

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