AG.RF.(redazione).14.05.2017
“riverflash” – I medici hanno lanciato un allarme per quanto riguarda il consumo di sushi, l’alimento più in voga in questo momento. L’allarme è scattato a seguito di un caso di infezione di Anisakis in un 32enne portoghese, che ha riportato alla ribalta il tema della qualità del pesce crudo e di come tutelarsi. L’Anisakis è una larva che, spiegano dall’ospedale Humanitas di Rozzano nell’hinterland milanese, depositandosi nell’intestino può provocare, nei casi migliori, reazioni di tipo allergico, ma anche forti dolori simili a quelli della peritonite. “A causa dei cambiamenti nelle abitudini alimentari, l’infezione da Anisakis è una malattia crescente nei paesi occidentali – hanno spiegato i gastroenterologi dell’Hospital de Egas Moniz e dell’Hospital da Luz di Lisbona – che viene riscontrata nei pazienti con una storia di consumo di pesce crudo o anche di frutti di mare al naturale, pescati e mangiati. Per il 32enne portoghese c’è stato il lieto fine: ha visto sparire velocemente i sintomi dopo che le larve sono state rimosse dal suo intestino. Mentre la sua disavventura e l’allarme lanciato dai camici bianchi sono rimbalzati sui media internazionali. Come occasione di riflessione sul fatto che, complice la passione dilagante per il sushi, l’impatto di patologie scatenate dall’Anisakis è in crescita. “I pazienti possono avere sintomi allergici come angioedema, orticaria e anafilassi. I sintomi gastrointestinali includono dolori addominali, nausea e vomito e complicazioni come sanguinamento digestivo, ostruzione intestinale, perforazione e peritonite e il rischio è anche quello di finire d’urgenza sotto i ferri del chirurgo. I responsabili di questi sintomi vanno inquadrati tempestivamente. E per una diagnosi tempestiva e corretta, l’endoscopia svolge un ruolo molto importante. Come difendersi allora e cosa occorre controllare per poter gustare il sushi in tranquillità? Innanzitutto l’odore perché “la puzza” è un indice negativo che dovrebbe insospettire. Quando si decide di ordinare il pesce crudo, si dovrebbe sempre iniziare dal sashimi, perché di solito non è condito e quindi è più semplice verificare se è fresco. Inoltre occorre accertarsi che il pesce sia stato eviscerato e abbia subito un abbattimento a temperature al di sotto dei -20°C per almeno 24 ore. Le larve si dovrebbero vedere a occhio nudo quindi è meglio dare un’occhiata approfondita al piatto. Masticare a lungo per sopprimere le eventuali larve non visibili. Quando si parla di cibo giapponese è importante non andare al risparmio, ma cercare la qualità, evitando quei ristoranti cinesi, che si improvvisano sushi-bar. Alcuni locali per riciclare il pesce, vecchio di qualche giorno con un odore poco invitante, lo fanno marinare con salsa di soia. Ecco perché occorre fare attenzione.
Categoria: Sanità | Tag: "riverflash RF", 32enne, allergie, Anisakis, freschezza, gstroenterologi, odore, pesce crudo, portoghese, sushi, vermi
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