
AG.RF.(MP).18.01.2016
“riverflash” – Matteo Renzi “rottama” l’articolo 18 dopo l’approvazione dei decreti attuativi del Cdm e opera una vera e propria rivoluzione che dovrebbe «riconoscere i diritti a una generazione» che finora non ne aveva. Ma in cosa consiste questo storico cambiamento? Innanzitutto le aziende avranno più libertà nel licenziare e per le nuove assunzioni dovranno usare il nuovo contratto a tutele crescenti. Inoltre, per chi esce dall’azienda arriva l’allungamento del sussidio di disoccupazione, compaiono anche i contratti a progetto e vengono riviste alcune tipologie contrattuali e sarà possibile anche il demansionamento. Infine verrà dato più spazio alla maternità con l’allungamento dei tempi per la fruizione del congedo parentale facoltativo. Ma la Cgil non ci sta e sull’accelerazione dei licenziamenti per “I furbetti” (tutti quelli che timbrano il cartellino e se lo fanno timbrare e se ne vanno…) nella Pubblica Amministrazione, è pronta a dare battaglia. Ma il premier si mostra deciso e meravigliato delle reazioni contrarie: “Abbiamo annunciato una cosa molto semplice, e non capisco perché qualche sindacato abbia fatto polemica: è un fatto di correttezza che permette a tutti gli altri di andare a testa alta”, mentre la Cgil dichiara che ci sono le norme per poter licenziare chi si è reso protagonista di fatti inaccettabili, ma ai lavoratori va garantito il diritto di dimostrare la propria innocenza, perché in 48 ore nessuno riesce a difendersi”. Il sindacato inoltre, si chiede se si tratti di una misura legittima, pur riconoscendo che chi sbaglia deve pagare, ma come viene garantito a chi evade il fisco di dimostrare la sua eventuale innocenza, allo stesso modo occorre farlo per i dipendenti pubblici”. Tuttavia il governo sembra intenzionato ad andare avanti e anche in fretta per quanto riguarda i licenziamenti: “Hanno molta fretta – ribadisce la Cgil – ma a noi piacerebbe che avesse la stessa fretta per quanto riguarda i contratti che sono bloccati…… Il premier dovrebbe sapere che il 95% dei dipendenti che lavora in modo onesto e che ha diritto ad un contratto e un salario giusto, hanno perso mediamente 500 euro a causa di 6 anni e mezzo di mancato rinnovo contrattuale e delle norme Brunetta sulla contrattazione integrativa e le risposte del Governo a tutto ciò, sono 5 euro ai lavoratori”.
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