Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

ARTICOLO 18 OVVERO IL SUICIDIO DEL SINDACATO

untitled

AG.RF.(di Claudio Peretti).26.11.2014

 “riverflash” – In un mio precedente articolo su questa “libera” testata ho chiaramente descritto la mia esperienza, in base alla quale, in: oltre 50 anni di lavoro nell’industria, svolto in imprese diverse, non ho mai visto licenziare nessuno, non solo per ragioni ingiuste, ma neppure per motivi validi. Nello stesso articolo invece descrivevo di avere molto spesso assistito a vicende di dipendenti disonesti, che, non facendo nulla, oppure facendo moltissime assenze, oppure facendo addirittura sabotaggio, campavano alle spalle dei colleghi di lavoro, i quali dovevano faticare anche per i nullafacenti. Un po’ come accade con gli evasori fiscali: gli altri, nella collettività, devono pagare anche per gli evasori. Cosa è sempre avvenuto in questi casi? I superiori, i datori di lavoro, per timore del sindacato, non hanno mai licenziato i dipendenti nullafacenti. In tutti questi anni di “autunni caldi” è sempre accaduto che il sindacato ha imposto con la violenza e con la compiacenza dei giudici il proprio potere sugli industriali. Va bene, si dirà, ha difeso i diritti dei lavoratori, ma a ben guardare ha difeso i diritti dei nullafacenti, impedendo all’industria di operare serenamente, producendo ricchezza per gli azionisti e, ovviamente, anche per gli operai. Abbiamo visto tutti cosa è accaduto qualche tempo fà alla FIAT di Pomigliano d’Arco: dopo che la FIOM non aveva firmato l’accordo (mentre le atre organizzazioni sindacali lo avevano firmato), la FIAT non ha riassunto il personale iscritto alla FIOM…. Orrore, anatema, il giudice del lavoro ha imposto alla FIAT di riassumerli! Ora, se analizziamo quello che è successo, ci rendiamo conto dell’illogicità dl fatto, in quanto:

  • siccome gli operai non sanno badare a sé stessi, il contratto glie lo fa il sindacato, valido per tutte le categorie di metalmeccanici in Italia;

  • se il sindacato non accetta e non sigla il contatto, è ovvio che: o gli operai ad esso iscritti negozieranno da soli il contratto con FIAT, e quindi non avranno bisogno di essere protetti/iscritti a quel sindacato,

  • oppure accetteranno di non lavorare più per la FIAT, non avendo il sindacato (a cui erano iscritti per essere protetti) firmato il “contratto collettivo di lavoro”.

Si vede bene che in questo caso, più che di diritto e di legalità si è trattato di strapotere del sindacato con la connivenza dei giudici.

A questo punto, con questi presupposti, quale capitalista o quale imprenditore straniero avrà più voglia di venire a lavorare in Italia? Chi ci porterà il lavoro che il nostro premier ha tanto elemosinato qualche tempo fa negli Emirati Arabi?

Non solo, ma tutti gli imprenditori italiani che possono e riescono a farlo, portano il lavoro all’estero (a Lugano non c’è più posto, stanno nascendo moltissime nuove ditte, tutte fondate da imprenditori italiani). Quindi per concludere, si vede subito che questo eccesso di difesa dei diritti degli operai ha portato il risultato che gli operai sono sempre di meno, anche se ben protetti, ma i nostri giovani restano disoccupati e non hanno nessun diritto. Ancora oggi, parlare male del sindacato è come fare peccato di lesa maestà o di iconoclastia: il risultato però lo vediamo tutti, il lavoro è sempre meno e fra un po’ non ci sarà più nessun operaio disposto a pagare il sindacato per essere protetto dalle “angherie” del datore di lavoro.

Perché Landini ce l’ha tanto con le Partite IVA? Perché quelli che usano questa formula per lavorare non hanno nessun bisogno del sindacato, il contratto se lo trattano da soli di fronte all’imprenditore. Ma se uno sa lavorare, parlare e scrivere, con tutta la scuola dell’obbligo che c’è in Italia, perché mai non potrebbe essere anche in grado di negoziare un contratto? Perché si deve sempre pensare che la gente non sappia farsi i propri interessi e quindi negoziare un contratto di lavoro? Non ci sono più analfabeti in Italia, la gente sa bene cosa vuole.. Anche quando esprime il proprio voto, o decide di non esprimerlo, come accaduto domenica alle elezioni regionali dell’Emilia e della Calabria. Il sindacato, come tanti politici e tanti impiegati statali, deve rendersi conto che non serve più, il periodo della gloria è finito, ora si avvia al declino.

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*