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ANIME NERE : DOLOROSA STORIA DI RISCATTO DAL SECOLARE GIOGO DELLA ‘NDRANGHETA CALABRESE. LA RECENSIONE

locandina ANIME NEREdi Luigi Noera (AG.RF 18.05.2015) ore 23:00 (riverflash) – Passato alla Mostra di Venezia, abbiamo avuto modo di recensirlo. Oggi che ha ricevuto nove David di Donatello ed è nuovamente nelle sale ve lo proponiamo se non lo avete ancora visto. Storia della ‘ndrangheta cresciuta in quella terra sfortunata della Calabria chiamata Aspromonte che si adegua ai nuovi business del narcotraffico e vola nel le capitali del Nord Europa a stringere patti con i cartelli colombiani. I sistemi e le regole sono sempre quelle dell’atavico “codice d’onore”. Una rete fitta di collaboratori cementata dalla paura. Alla luce del sole avvengono gli affari per rinvestire i guadagni milionari, utilizzando sempre moneta cash per la paga degli operai edili. E’ la storia di tre fratelli Luigi, Rocco e il maggiore Luciano, figli di un pecoraio malavitoso. Quando erano piccoli la ‘ndrangheta ha ucciso loro il padre in una guerra di predominio. Luigi e Rocco sono emigrati al Nord crescendo con le regole della ndrangheta, mentre  il loro fratello maggiore a quei tempi già adulto, è rimasto al paese natio sottomesso alla cosca vincente. Il linguaggio narrativo di Munzi non lascia spazio alla speranza di cambiamento generazionale. Anche le nuove generazioni (Leo, figlio di Luciano) hanno nel loro DNA il carattere  di sopraffazione  e vogliono percorrere le stesse orme dei padri. Per i tre fratelli il richiamo alle origini è prepotente , scatenando nuovamente  una faida con il clan dominante. L’amara verità è che, per spezzare il circolo vizioso tramandato di generazione in generazione, non c’è altro da fare se non l’autodistruzione stessa dei protagonisti. Lo scenario del paesaggio selvaggio dell’Aspromonte, dove è stato girato il film (Africo), si adatta benissimo a questa moderna tragedia umana e le è complementare. Dei film italiani a Venezia 2014 è il migliore, e non a caso è passato pure al Toronto Film Festival.

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