AL VIA LA VII EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA E CULTURA EBRAICA

AG.RF.(MP).11.09.2014

 “riverflash” – Un appuntamento assolutamente da non perdere nella Capitale, è il Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica 2014, giunto alla sua VII edizione. Dal 13 al 17 settembre, il Festival, promosso dalla Comunità Ebraica di Roma (che “vanta” la sua presenza da oltre 2000 anni), curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, proporrà dunque, a titolo gratuito musica, arte, incontri, libri, teatro e danza, musica.  Vi segnaliamo in particolare, l’appuntamento di lunedì 15 alle ore 18.00, presso il Museo Ebraico, per l’inaugurazione della mostra: “Il teatro di Alessandro Fersen”, a cura di Gian Domenico Ricaldone, con la lettura teatrale di brani da “Golem” di Alessandro Fersen, con Giuseppe Marini, Cristina Noci, Dino Ruggiero,  presentata dalla figlia Ariela, e da Massimo Pedroni, ex allievo del maestro. Inoltre, domenica 14, alle ore 17.00, verrà presentato, presso la Casa dei Teatri, (villino Corsini all’interno di Villa Pamphili),  il suo libro/capolavoro, intitolato “La critica del Teatro Puro” a cura di Clemente Tafuri, scrittore, regista e direttore di Teatro Akropolis, e David Beronio, autore, regista e direttore di Teatro Akropolis. Interverranno all’appuntamento anche Ferruccio Marotti, Prof. Emerito Università degli Studi di Roma, La Sapienza e Paola Bertolone, Docente di Storia del Teatro, Università di Siena. Moderatore sarà Paolo Ruffini e sarà anche presente Ariela Fajrajzen, figlia dell’autore e Presidente della Fondazione Alessandro Fersen. Fersen, italiano di origine polacca, fu regista autore e attore di teatro, ne ha segnato la storia del secondo dopo guerra, restituendo splendore ad un teatro che, dopo gli orrori della guerra, cercava nuovamente una sua collocazione nello scenario europeo. Fu allievo di Giuseppe Rensi, con il quale si è laureato in Filosofia a Genova nel 1936, e amico di Emanuele Luzzati e Giorgio Colli, conosciuti negli anni dell’esilio svizzero a causa delle leggi razziali. In lui ha sempre prevalso l’amore per lo “Studio” del teatro, del quale ci ha lasciato numerose testimonianze e produzioni, fino al 2001, anno della sua morte avvenuta a 90 anni.