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AL TEATRO SECCI DI TERNI IN SCENA «LA VITA CHE TI DIEDI» DI PIRANDELLO

di Francesco Angellotti (AG.RF 06.12.2014) ore 16:06

(riverflash) – Tante volte una persona si comporta in modo da non corrispondere all’impostazione del suo personaggio, che si è creato intorno a lui. Allora bisogna rivedere la figura che si è voluta attribuire a quest’individuo; oppure le caratteristiche rimangono fisse, e qualsiasi cosa faccia, l’immagine in questione rimane statica – stampata nel suo schema nel quale è stato inquadrato, e non c’è modo per scalzarlo da questa.

 pirandello terni3  Come, altro problema, un individuo si evolve cambiando ogni momento, avendo quindi atteggiamenti e reazioni sempre diverse e più mature, in modo da meritare giudizi sempre nuovi; oppure una volta formata un’impostazione, la personalità è fissa ed indelebile: sei “quello” e basta.

   Tante altre simil questioni possono essere destate dagli spettacoli presentati da Luigi Pirandello; perchè ogni commedia, non è tanto la trama spicciola quel che bisogna seguire, ma sono le situazioni e le valutazioni che in ogni battuta esprimono un significato articolato e profondo. Eppure mai contrastante, almeno tra loro; perché quel che è contrastante è la Vita, non le situazioni che sono sempre lineari e conseguenziali.

   Valutando queste premesse, sorge spontaneo porsi una domanda: cos’è la Realtà?

   Domanda a bruciapelo: qualcosa di fisso che dobbiamo affrontare, o qualcosa che possiamo plasmare, a seconda di come vogliamo interpretarla? Sembra una risposta facile? Mica tanto! Anzi, è proprio la contraddizione che è l’unico dato che non si può smentire.

   Per chiarire questi contorcimenti mentali, basta andare a vedere la commedia di Luigi Pirandello “La Vita che ti diedi”; certo, non è l’unica composizione dell’autore che entra nell’animo umano per cercare i modi e le forme d’espressione, che voglion dire, alla fine, quel che ognuno capisce. Però c’è da dire il particolare che Pirandello ha scritto questa commedia in un momento particolarmente creativo, nel 1923 dopo” 6 personaggi in cerca d’autore” ed “Enrico IV”; avrebbe voluto dedicare questa commedia all’interpretazione della sua “Musa” Eleonora Duse, che da poco si era ripresa da complicazioni di salute ed era in tournée a Pittsburgh, in Pennsylvania. Il carteggio tra i due artisti fu intenso: l’autore trasmetteva il significato delle presunte allucinazioni della protagonista, l’attrice rispondeva che non era sicura di sentirsi all’altezza per un ruolo così biunivoco, perché era reduce da un malessere che l’aveva debilitata al punto di non sentirsi al massimo; infatti durante la trasferta è morta, quindi non interpretò il ruolo della madre, per lei scritto.

   E’, in effetti, una parte molto difficile, perché deve esternare un’ alternanza doppia di comportamento con cui violentare il pubblico; e possiamo dire ammirati che questo ruolo è stato rappresentato molto bene dall’arte di Patrizia Milani, che ha interpretato la madre protagonista dell’Opera in maniera veramente riuscitissima, ricca del pathos struggente ed accorato espresso in un dramma interiore che alterna, a secondo dei momenti, la Vita accaduta e la Vita partecipata.

   L’Opera “La Vita che ti diedi” è andata in scena per tre giorni (4 – 5 – 6 dicembre) al teatro Secci, presso il CAOS di Terni; il cast è stato eccellente, perché ogni interprete partecipava il ruolo impersonato con straordinaria maestria, immedesimandosi nel personaggio con passionalità. Sono stati applauditissimi, quindi, Carlo Simoni, Gianna Coletti, Karoline Comarella, Paolo Grossi, Sandra Mangini, Giovanna Rossi, Irene Villa e Riccardo Zini. Non abbiamo incontrato il regista Marco Bernardi, al quale ci sarebbe piaciuto fare i complimenti per aver organizzato la scena in modo armonico, tanto che il mutevole messaggio veniva trasmesso in modo molto ricettivo ad un pubblico che, dopo aver applaudito, vogliamo sperare abbia capito qualcosa del contenuto e muti il comportamento alla luce del nuovo approfondimento; ma non capita quasi mai!

   Un tocco importante è stato dato dallo scenografo Gisbert Jaekel, che ha disposto la scena in modo completo permettendo uno svolgimento dei ruoli molto lineare nella semplicità, ma ha voluto dare un senso al messaggio lanciato, formando un palco lievemente obliquo da un lato, lasciando immaginare che il senso di quanto si andava guardando andasse sempre oltre…

   Pieni di un contenuto esplosivo, come naturalmente Pirandello scatena nell’animo, siamo stati felici di poterci intrattenere 2 minuti con la protagonista nel camerino e, dopo, di poterla accompagnare fino all’albergo ove, finalmente, poteva trascorrere una notte di riposo, non sappiamo se attendendo ancora suo figlio e secondo quale veste lo aspettasse. Comunque Patrizia Milani è stata molto simpatica ed ha apprezzato i giudizi che abbiamo espresso, condividendoli ma dando un senso ancora più profondo al testo di quanto noi, esperti ma non tecnici nel teatro, abbiamo colto. E’ stato profondo, ad esempio, il modo come l’attrice ci ha rilevato sulla sua bivalenza di comportamento e lei stessa, quasi in tono di sfida ma sorridendo, mi chiedeva: sai tu adesso qual’è il personaggio Vero e quello costruito?

   Non c’era miglior modo per spiazzarmi, l’ho scampata deviando il discorso sul personale e sulle aspirazioni mancate e quelle in programma; ma, a questo proposito, la stessa Patrizia ci ha comunicato che la crisi, che coinvolge tutti i settori, è imperante anche nel teatro e nel Mondo dello Spettacolo: non è facile per nessuno.

   Tutto questo sproloquio, e non ho raccontato niente della trama de “La Vita che ti diedi”; ma cosa sono andato a raccontare?

   Ho parlato prendendo spunto da una rappresentazione d’un’opera di Pirandello, per cui non è il fatterello quello che conta, ma è l’espressione ed il messaggio delle battute che vengono espresse e che, anche se sembrano dette per inciso, aprono problematiche che l’autore sembra quasi divertirsi a mostrare irrisolvibili.

pirandello terni

   Quindi, se la mia critica ha sollecitato interesse e la curiosità di assistere a come certi argomenti possano essere espressi con Arte, date un occhio sui giornali alle locandine, perchè tra poco, terminate le esecuzioni presso il teatro Secci di Terni, la Compagnia si trasferirà a Roma presso il teatro Quirino: potrete là assistere all’Opera che vi trasmetterà più apertamente un bagaglio di quanto abbia potuto far io in uno scritto di critica che è solo un racconto.

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