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Renzi s’impunta e nomina Gentiloni ministro degli Esteri

gentilonidi Giuseppe Licinio (AG. RF. 31-10-14) ore 17.56

(river flash) – È l’on. Paolo Gentiloni il nuovo ministro degli Esteri. Matteo Renzi ha tentato fino all’ultimo di far accettare al Presidente della Repubblica una delle tre donne proposte ma Giorgio Napolitano si è rifiutato fermamente. In sostituzione di Federica Mogherini, il Quirinale aveva tassativamente chiesto al premier un ministro dall’alto profilo politico, con conoscenza dei principali dossier nello scacchiere geopolitico mondiale e con solide relazioni internazionali già acquisite.

Gentiloni risponde a questi requisiti? In parte. Deputato dal 2001 con la Margherita, Gentiloni ha lavorato precedentemente con Francesco Rutelli, quando quest’ultimo era sindaco di Roma, ricoprendo il ruolo di portavoce del Sindaco e successivamente quello di assessore al Giubileo e al Turismo (l’assessorato più potente di Roma in quegli anni). Da deputato si è sempre occupato di comunicazione. Nella XIV legislatura (2001-2006) è stato membro della IX commissione (poste, trasporti e comunicazione) e, sul finire di legislatura, presidente della commissione sui servizi radiotelevisivi. Una carriera in crescendo culminata con la nomina a ministro delle Comunicazioni con il governo Prodi del 2006 dove si è occupato di dossier politicamente molto scottanti come quello sulla riforma del servizio radiotelevisivo.

È di certo un politico molto esperto e dotato di indiscutibili, e molto apprezzate, doti di mediatore che gli valgono la stima unanime di tutte le forze politiche (anche di quelle use a sbraitare su qualsiasi nomina, a prescindere). Quindi di sicuro risponde “all’alto profilo politico” invocato da Napolitano.

Qualche perplessità rimane sulle conoscenze dei dossier internazionali e sulle relazioni con gli ambienti diplomatici che contano a livello mondiale. È per questo che Napolitano per quel ruolo avrebbe preferito Lapo Pistelli, attuale sottosegretario agli Esteri e ottimo conoscitore della complessa macchina della Farnesina oltreché del complicato quadro geopolitico mondiale.

Ma questa volta a impuntarsi è stato Renzi e per due motivi. Il primo attiene al dna dell’uomo e l’idea che la stampa lo dipingesse come perdente nella sfida con Napolitano è una scena non prevista nel copione della “narrazione” renziana. Il secondo è che Renzi non proporrà mai Pistelli come ministro per via di vecchie ruggini mai superate legate ai trascorsi fiorentini.

Per non darla vinta al Quirinale Renzi ha proposto un nome di alto spessore che ha di fatto messo Napolitano con le spalle al muro poiché un suo rifiuto difficilmente sarebbe stato capito dall’opinione pubblica. Ma non sarebbe stato capito nemmeno dal Pd oramai a trazione renziana e non più quirinalizia.

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