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350 ANNI DELLA GAZZETTA DI MANTOVA, UN COMPLEANNO TUTTO DA LEGGERE

mostra-gazzetta-di-mantova-350-annidi Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 15.09.2014) (river flash) – Trovare un’esposizione che celebri la storia del giornalismo italiano e allo stesso tempo quella di una città non è una cosa facile, eppure a Mantova, al Palazzo Te, è possibile grazie alla mostra “Gazzetta di Mantova 1664-2014 trecentocinquant’anni avanti”. Dai tempi in cui il mondo del giornalismo soffriva per l’equilibrio dei bilanci e per le macchine che non assicuravano la messa in stampa giornaliera fino al “tutto” on-line. In mezzo non c’è una semplice storia, bensì trecentocinquant’anni di articoli, guerre, nuove tecnologie, nuovi e vecchi editori.

Non una semplice mostra quella in esposizione fino al 31 ottobre 2014, ma una ricorrenza che segna un “compleanno” importante: la Gazzetta di Mantova è infatti il giornale italiano più antico ancora stampato su carta. Nel lontano 1664 fu fondata come foglio di notizie o avvisi che servivano ai menanti per informare i Gonzaga, signori di Mantova, di quanto accadeva in Italia e in Europa. Nel mese di giugno di quello stesso anno gli Osanna, stampatori ducali dal 1558, ottennero dal duca Carlo II Gonzaga Nevers la concessione di stampare in esclusiva, e a loro spese, fogli di avvisi. Il nome con cui venivano chiamati era quello di “gazzette”, lo stesso della moneta che circolava nella città di Mantova e che riportava una gazza su una delle due facce.

Possibile vedere al Palazzo Te la prima copia, finora nota, della Gazzetta di Mantova, stampata nell’omonima città: il numero 48 del 27 novembre 1665. Le pagine della Gazzetta da trecentocinquant’anni a questa parte hanno raccontato per prime, in molte occasioni, notizie che hanno fatto il giro del mondo. Una città, al centro della Pianura Padana, che ha saputo valorizzare ancor di più il suo patrimonio attraverso delle pagine di un quotidiano. Da semplice narratore di fatti di cronaca cittadina e non, il giornale è riuscito a raccontare la storia di un intero paese. Obiettivo della mostra è proprio questo, far rivivere un’emozione che dura da trecentocinquant’anni. In esposizione anche una selezione degli oltre 3000 scatti del fotografo Sbarberi tra il 1950 e il 1970, donate dalla Gazzetta alla Biblioteca Baratta e proiettate per l’occasione.   

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