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FILOSOFIA DELLA PERSONA: Coscienza, Identità e Relazione (parte 2)

di Francesco Angellotti (AG.RF 25.09.2023)

(riverflash) – Il secondo giorno dell’incontro ha appassionato per la vastità delle tematiche, indubbiamente molto tecniche
ma tratte dall’analisi di un arco di Tempo non circoscritto, in modo da capir che la Filosofia è una materia che si
può definire come espressione di un progresso senza limiti
Kant è un polo che ha stigmatizzato un’Epoca imponendo una drastica scossa con le sue Teorie. Certo nel ‘700
certi Dogmi sembravano imprescindibili, ma l’interpretazione del filosofo tedesco ha aperto ad una nuova
impostazione, che è progredita nella Storia in una maniera molto varia, e non sempre condivisibile: ma i pareri
riguardano la Corrente che si vuol abbracciare
La professoressa Marisa D’Ulizia ha iniziato con un’epigrafe di Kant, tradotta da Giacomo Leopardi: “La
Persona si dissolve assolvendo al suo compito”: e questa frase imposta tutta la corrente di pensiero. Centrali le
disquisizioni tra Io e Non Io, Contentezza e Pessimismo, negazione della validità della Guerra anche se in quei
tempi non si poteva andar oltre una forma compromissoria, importanza nelle Relazioni in cui hanno una parità
d’intesa gli Uomini, gli Animali e la Vegetazione, un Cosmopolitismo che permetterebbe un Governo Mondiale
in cui un Organo Superiore (che son sempre stati imperanti) definiva la Scelte da intraprendere in tutto il
Mondo, per portare finalmente la Pace. Anche se, alla fine del suo teorizzare, si pose il quesito se
l’Organizzazione immaginata sarebbe stata possibile; e certo non c’era nessun presupposto per immaginare il
suo avvento, ma l’intenzione sarebbe dovuta essere quella che, razionalmente, si poteva immaginare come la
migliore. Citando Socrate, che indicava che una Vita senza Utopia non era degna d’essere vissuta, immaginava
fosse determinante il desiderio di Pace, come se potesse essere realizzato: … come se …
E’’ arrivato a questo punto il prof. Roberto Righi, che ha affrontato un tema che dovrebbe presentare maggior rilievo comunemente: la Serietà delle Cose: quanto si può considerare importante e a cosa si può attribuire scarsa rilevanza? Non è un tema facile, anche perché coinvolge il problema dell’ “Impersonale”. Per questo la disquisizione ha trattato autori soprattutto francesi d’epoca moderna, da Sartre (che ha dato un senso al Niente componendo “la Noia”), a Michel Tournier
Appassionante la partecipazione con la quale la prof.ssa Stefania Parisi ha introdotto il suo discorso trattando il libro “Le Non Cose”, in cui vengono scoperte nel loro valore condiviso le Piante; presentando la Personalità come organo in continuo fermento, mentre gli algoritmi son devastanti riguardo l’Autonomia. E nell’ultimo intervento vedremo. Anche per il fatto che vien tratta come esemplare l’imperfezione dell’Uomo.

Che può essere riassunta nella debolezza ontologica, sintomo della mancanza dell’Essere; per cui le Relazioni son alla
base della ricerca, che non può come non deve mancare.
L’esempio eccelso di Simon Weil è stato presentato con partecipazione e grande affetto dal prof. Giovanni La
Guardia, che è entrato molto nel personale ed ha sostenuto l’ incontro su un filo discorsivo. L’esempio del
personaggio è stato portato avanti con la citazione di una sua allieva, che ha elogiato la forza di una donna
debole e malata, che per la condivisione della vita insieme ai “poveretti” si era fatta assumere in fabbrica, dopo
aver eseguito importanti studi che l’avevano portata in alto nella Scienza e Conoscenza, destreggiandosi ad un
elevato livello culturale. La storia di Simone è veramente epigrammatica, e il suo spirito di sacrificio, con la sua
dedizione umana, hanno trasmesso quelli che sono i Valori etici ed umani, come sarebbe più giusto
considerare. E la morte ne è stata un simbolo; giovane e malata, ha portato onore ad una causa che se fosse
presa maggiormente ad esempio, vivremmo un’altra Storia.
La conclusione prima di andare a tavola, ha riportato nelle problematiche attuali, dando un tocco che
dobbiamo affrontare nello svolgimento della quotidianità. Il professor Francesco Pone è sceso nel tema de “La
terza persona: prospettive per una filosofia dell’identità digitale”. Infatti, nati Esseri a cui appartiene la sagoma
immaginata, son senza Personalità: han diritto ad essere considerati Umani? Il professore ha cominciato a
giocare, mostrando avventure in diverse circostanze. Tutto per giungere ad una conclusione che non avrebbe
avuto bisogno di tanti archetipi: non è possibile che le immagini video siano considerate Uomini, in quanto
manca quel che è necessario per esprimere la personalità: vale a dire scelta, sentimento, carattere, tendenze,
morte. E’ tutto un composto elettronico che non agisce tramite impulsi sensoriali, ma solo per reazioni
meccaniche. Ma il problema è all’incontrario; nel senso che una persona rischia d’alienarsi negli impulsi
espressi da un corpo che non è Persona, ma entra completamente in ogni azione da chi vien chiamato. Quindi
la situazione non è più che l’interazione sia divisa in 01 (l’impulso fisico) e 02 (la forza morale ed interiore); ci si
è allargati incontrovertibilmente a 03, ovvero la presenza in Rete inserita in AVATAR, che definisce la
personalità. Anche se i Dati disponibili non son veritieri, almeno completi: situazione quasi scontata. Quindi
dobbiamo cercare di conciliare, non più 2, ma 3 fonti attraverso le quali siamo giudicati: Noi Uomini.
Torniamo a casa un po’ sconcertati, assumendo come dato di fatto che nel corso dei millenni, effettivamente,
l’interior d’ognuno ha subito un arricchimento, impossibile da evitare, ma proveniente da cause esterne. Le
premesse per gli interventi pomeridiani lasciavano presumere tematiche difficili da assorbire. Invece è da
apprezzare che l’Organizzazione abbia provveduto nella presentazione di 2 professoresse gentili, garbate e
dolci, che hanno riportato tranquillità nell’animo.
Nadia Feliciotti è entrata felicemente in una Terni accogliente, ove può ancora rinverdire i suoi viaggi
nell’Italia più Bella. Come Insegnante di Filosofia e Scienze Umane, assume diversi impegni nell’organizzazione
culturale; ha avuto modo d’illustrare i Libri editi da Casa Aletti, in cui è molto attivo il figlio di Ungaretti. Molte
son state le immagini su personaggi che hanno inciso nella sua Vita, pur non potendo commentare per
questioni di Tempo. Mettendola sul piano filosofico, è parso attuale descrivere la definizione degli “Astrociti
Materni”, che sono una fonte importante per lo sviluppo e l’educazione; scivolando gradatamente nella
discussione sul “Te”, estrapolato dal termine “Tecita”, ovvero un’indagine personale sulle caratteristiche
esplicite ed apparenti; sfiorando quel che fu scoperto nella teoria sull’Inconscio
Per concludere la giornata, tutti s’immaginavano un’esposizione pesantissima, in quanto il titolo non
sembrava rifarsi a concetti molto leggeri: “La morale provvisoria da Cartesio alla pratica ludosofica”. Tutti sanno
che Cartesio è stato un dottore pesantissimo; apprezzato in tutta Europa, ha rischiato di passare per Eretico in
Olanda, parlando della Libertà alla Regina. Ha avuto gran successo nei paesi Nordici, ove però il clima ha
intaccato la sua salute, portandolo presto alla Morte. Ma Cartesio, quando si studia a scuola, è uno di quei
mattoni su cui si spera di non essere interrogati .Invece, guarda un po’, la professoressa Miceli ha dato risalto ai
suoi scritti ludici, ovvero gli scherzi ed i giochi in cui Cartesio perdeva anche la sua impostazione ordinata: nella
scrittura e negli appunti. Certo aveva un comportamento impostato su principi matematici, ma riportava tutto
nei giochi, affermando che la più brillante Filosofia era quella dei Bambini, i quali seguivano principi logici
diretti. Questo è il motivo per cui la Filosofia non richiede competenze, ma elasticità mentale. Quindi, più delle
teorie complicate dei Grandi Filosofi, la purezza della materia veniva espressa dai Contadini: che con le loro
parole sapevano condurre (senza “farsi” condurre) la Ragione. Tutto seguendo proprie Regole di Metodo
molto schematiche nella semplicità. Ve lo sareste mai aspettato da Descartes?

La prima parte pubblicata il 25 settembre

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