21 Mag 2016
“TRILOGIA DEL MITO” AL TEATRO QUIRINO – INTERVISTA A MATTEO TARASCO
di Valter Chiappa
(AG.R.F. 21/05/2016)
(riverflash)
Dal 24 al 26 Maggio il Teatro Quirino propone “Trilogia del mito”, tre spettacoli scritti e diretti dal regista Matteo Tarasco, che esplorano i grandi poemi dell’antichità, Iliade, Odissea ed Eneide per riportare alla luce una figura che, riposta negli archivi polverosi delle memorie scolastiche, l’Autore ritiene oggi quanto mai necessaria: l’Eroe.
Achille, Ulisse, Enea: personaggi di cui Tarasco cerca la grandezza non nella iperbolica epopea delle gesta, ma nella loro stessa umanità, ove non proprio nella fragilità. Sceglie un punto di vista nuovo per raccontarli: quello delle donne che hanno percorso la loro esistenza, utilizzandole come specchio che ne rifletta l’essenza da angolature inattese. Tre eroi, tre testi, tre temi conduttori.
In “Iliade – Le lacrime di Achille” è il pianto la costante narrativa che Tarasco identifica nella narrazione omerica ed il gesto attraverso cui l’Eroe concretizza la sua statura. Versando lacrime per Patroclo, attraversando il fiume del dolore, tornerà sul campo di battaglia, invincibile guerriero. Nel testo di Tarasco il Pelìde viene raccontato tramite le parole dell’amorevole madre Teti (Elena Aimone), accogliente e consolatoria come verso un eterno fanciullo, della schiava ed amante Briseide (Rosy Bonfiglio), per la cui sottrazione si scatenò la proverbiale “ira funesta”, di Pentesilea (Giulia Santilli), la regina delle Amazzoni, sola capace di sfidarlo alla pari, come un suo alter ego femminile.
In “Odissea – Nessuno ritorna” il viaggio di Ulisse verso la patria Itaca è costellato da figure femminili che si innamorano di lui: Circe (Giselle Martino), Nausicaa (Lara Balbo), Calipso (Ania Rizzi Bogdan). Tarasco quindi rilegge le migrazioni dell’Odisseo come un percorso all’interno dell’ossessione amorosa; la guerra che egli combatte è fomentata da Eros, le sue vittime donne inevitabilmente abbandonate.
In “Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra” Enea è segnato dal suo destino. Perde la moglie Creusa (Francesca Golia) nelle fiamme di Ilio, lascia a morire disperata la pur amata Didone (Nadia Kibout), riceve il suo fato dalla Sibilla Cumana (Giulia Innocenti). L’eroismo di Enea è quello a cui ognuno di noi è chiamato: accettare la propria natura, per quanto tormentosa, per poter avere ed inseguire uno scopo.
Un lavoro ponderoso, quello di Matteo Tarasco, che ci ha spinto a volerne sapere ancora. Il regista ci è venuto incontro, con una breve intervista, cui si è cortesemente sottoposto.
D Per raccontare gli eroi protagonisti dei poemi omerici e virgiliano, Achille, Ulisse, Enea, hai preferito dar voce alle donne che hanno segnato le loro vicende. Da cosa nasce questa scelta?
R Viviamo in un epoca priva di eroi. O forse priva di epiche che ne possano raccontare le gesta. L’idea di raccontare il mito dal punto di vista femminile nasce dalla volontà di gettare lo sguardo dietro le quinte della storia, per ritrovare segrete trame, grumi di narrazione inesplorati che possano indurci a considerare nuovi punti di vista.
D Dall’universo dei tre poemi hai evinto tre temi portanti: nell’Iliade quello del dolore e quindi delle lacrime; nell’Odissea il motivo erotico; nell’Eneide il peso della predestinazione. Perché ti hanno colpito particolarmente?
R Le lacrime di Achille, dell’eroe, sono integratori di foga guerriera, liquidi corroboranti che infondono all’uomo un rinnovato ardore, non sono le lacrime del romanticismo, segno di debole rassegnazione. Credo sia oggi importante raccontare la forza della fragilità. Nessuno ritorna, il sottotitolo di Odissea, allude all’impossibilità di compiere l’impresa, pur nell’illusione di averla portata a termine. Ulisse è eroico soltanto quando vaga disperso nel mare, non quando torna ad Itaca da Penelope. Il suo è un viaggio sotto l’egida di Eros, che lo induce a devastare anime e corpi, ad abbandonare creature mortali e divine su spiagge deserte e desolate. E’ la storia di un abuso reiterato e inconsapevole. Ciascuno patisce la propria ombra, come si legge in Eneide, allude al fatto che ogni essere umano patisce se stesso, è condannato ad essere se stesso, ad accettare il proprio inferno interiore per vivere nel mondo.
D Ci sono altre tematiche che ti interessano e che intenderai sviluppare?
R Mettere in scena il mito dal punto di vista femminile, vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso.
D Nella tua lettura il viaggio di Ulisse, segnato dall’incontro con donne perdutamente innamorate (Circe, Nausicaa, Calipso), diventa un percorso conoscitivo nei meandri dell’ossessione erotica. Quali conclusioni ne hai tratto?
R Chi ha molto sofferto, molto farà soffrire.
D I grandi poemi dell’antichità contengono le radici del nostro pensiero. Quali sono i riferimenti che, nella nostra situazione storica attuale, ritieni sia più urgente trarre?
R Abbiamo perduto la capacità di riconoscere gli eroi e di narrarne le gesta. Forse sono dinanzi a noi, invisibili e inascoltati, forse vengono da lontano attraverso il mare, o abitano sul nostro stesso pianerottolo, ma noi non siamo più in grado di comprenderli. Per gli antichi, la gloria nasceva dall’ascolto. Forse abbiamo perduto la capacità di ascoltare e ascoltarci. Il Teatro credo sia l’unico strumento in grado di educarci nuovamente all’ascolto.
Lo crediamo anche noi: la nostra epoca ha bisogno di eroi. E se il loro epos è parola, la parola è ascolto. E l’ascolto è Teatro.
Teatro Quirino
24-25-26 Maggio 2016
TRILOGIA DEL MITO
Drammaturgia e regia di Matteo Tarasco
testi di Omero, Ovidio, Virgilio, Quinto di Smirne, Marlowe, Kleist, McCollough, Atwood
Teti…………………………………. Elena Aimone
Briseide…………………………… Rosy Bonfiglio
Pentesilea………………………… Giulia Santilli
Nausicaa………………………….. Lara Balbo
Calipso…………………………….. Ania Rizzi Bogdan
Circe………………………………… Giselle Martino
Creusa……………………………… Francesca Golia
Sibilla Cumana…………………. Giulia Innocenti