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CAMPIDOGLIO A 5 STELLE NELLA BUFERA: ARRESTATO MARCELLO DE VITO, PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA CAPITOLINA

AG.RF.(redazione).21.03.2019

“riverflash” – Lo Stadio del’Unicredit a Tor di Valle, o meglio la sua “possibile” realizzazione, sta facendo molto parlare di sé e sta mietendo ancora vittime: questa volta è toccato al presidente dell’Assemblea Capitolina, il pentastellato Marcello De Vito, che è finito in manette per “corruzione” e traffico di influenze illecite. De Vito avrebbe incassato, direttamente o indirettamente, da Luca Parnasi somme di denaro per favorire il progetto collegato allo stadio della Roma (o di Pallotta o di Unicredit). De Vito, inoltre, avrebbe ricevuto, dai fratelli Pierluigi e Claudio Toti, elargizioni sul progetto di riqualificazione ex Mercati generali di Roma Ostiense e per la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere. Insieme a lui, in carcere sono finiti il suo avvocato Camillo Mezzocapo e altre due persone sono ai domiciliari: (Fortunato Pititto e Gianluca Bardelli). Il gip di Roma Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di De Vito, ha parlato di “sistematico mercimonio della funzione pubblica”. De Vito e Mezzacapo si sarebbero fatti promettere oltre 110mila euro dagli imprenditori Claudio e Pierluigi Toti, avendone incassati già 48mila in cambio dell’interessamento per un progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense. Nel frattempo, è stata perquisita la casa di De Vito e gli uffici dell’assemblea capitolina per trovare documenti: secondo il gip Tomaselli, il grillino era “legato” a Parnasi, al quale aveva chiesto e ottenuto promessa dell’affidamento di remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo, il quale agiva “in stretta collaborazione” con De Vito, avendo assunto il ruolo di intermediario o più propriamente, “procuratore” del politico. Nel frattempo Luigi Di Maio ha deciso l’espulsione immediata di De Vito senza nemmeno passare dai probiviri e annuncia: “Marcello de vito è fuori dal Movimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri”. Tutto ciò accade mentre il Pd ma non solo loro, chiede le dimissioni della sindaca Raggi, considerando conclusa la sua avventura come sindaco della Capitale.

Una risposta indiretta a chi chiedeva l’immediata riapertura dei cantieri, perché gli appaltatori sono gli stessi dei tempi di Veltroni, di Alemanno e di Marino. Da almeno 30 anni i palazzinari del “Generone” sono i padroni occulti di Roma, sempre gli stessi nomi. Ogni tanto qualcuno muore, come Sergio Scarpellini e in precedenza Alvaro Marchini, ma sono sempre tanti a contendersi i lavori edilizi capitolini, anche se servono terreni pregiati, non quelli sul raccordo, dove le case valgono poco. L’indagine «Congiunzione Astrale» ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate dagli imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e un uomo d’affari, che secondo l’accusa avrebbero interagito con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari. Ci chiediamo perché stavolta a pagare sia solo il presento corrotto De Vito e non chi si è adoperato per corromperlo.

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